Messaggi razzisti contro Rigivan Ganeshamoorthy: “Critiche sulla mia pelle, sono ignoranti”

L’azzurro ha conquistato la medaglia d’oro con record del mondo nel lancio del disco alle Paralimpiadi di Parigi 2024

2 settembre 2024
++ Ganeshamoorthy, "Messaggi sulla mia pelle, sono ignoranti" ++

L'atleta paralimpico italiano, Rigivan Ganeshamoorthy riceve la medaglia d'oro nel lancio del disco F52 alle Paralimpiadi (ANSA / CIP - ANDREA ALEGNI)

Razzismo, ci risiamo: il neo campione paralimpico Rigivan Ganeshamoorthy è stato preso di mira con insulti e offese per il colore della sua pelle

L’azzurro 25enne, che domenica 1° settembre ha sbaragliato la concorrenza nella categoria F52 allo Stade De France di Parigi, siglando non uno ma ben 4 record del mondo in un'unica gara (ha lanciato a 25.48, 25.80, 27.06 e 24.10), è romano de Roma ma nato da genitori dello Sri Lanka. Quella discendenza, la pelle scura è stata l’oggetto di critica di chi non accetta che si può essere italiani anche se non si è bianchi. E non riesce a festeggiare i successi di un atleta che porta sulla vetta dell’olimpo sportivo i colori italiani, ma deve sempre storcere il naso. 

“Ieri non appena ho preso il cellulare non riuscivo a toccarlo perché scottava: quattrocento messaggi su Whatsapp, oltre mille richieste di amicizia su Instagram. Ho sentito tutta la famiglia, amici stretti. Persone che non conoscevo mi hanno fatto i complimenti", ha raccontato Rigi, come lo chiamano amici e familiari, dopo la consegna della medaglia d'oro conquistata. “Forse l'unica cosa negativa – aggiunge – erano alcune persone che mi scrivevano cose indelicate sul colore della pelle. Ancora nel 2024 sentire questa cosa è un po' triste. Vabbè gli ignoranti sono loro, a me scivola addosso”.

E lo ha dimostrato sul campo conquistando il gradino più alto del podio, con la sua ironia irrefrenabile nell’intervista post gara, sfoderando quella bandiera tricolore che un vicino gl’ha regalato prima di partire dove c’è scritto “Daje Rigi” in perfetto romanesco per un figlio della Capitale: nello sport non c’è spazio per il razzismo