Paralimpiadi: Sabatini, Caironi, Contrafatto, le Charlie's Angels del tricolore

Le azzurre a Tokyo fecero man bassa di medaglie, occupando tutto il podio dei 100 metri, e ora ci riprovano. Le loro storie

di LORENZO LONGHI
27 agosto 2024
Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, tutte e tre a podio nella finale dei 100 metri

Martina Caironi, Ambra Sabatini e Monica Contrafatto, tutte e tre a podio nella finale dei 100 metri

Parigi, 27 agosto 2024 – Quattordici secondi, poco più, possono bastare per rendere una giornata indimenticabile e legare le vite di tre ragazze diversissime tra loro. 4 settembre 2021, Tokyo: sulla pista che già aveva visto trionfare Marcell Jacobs, quella era la sera della finale dei 100 metri femminili categoria t63, sigla che, alle Paralimpiadi, caratterizza nell’atletica la presenza di una protesi. Pioggia, pista bagnata, ai blocchi di partenza tre italiane: Monica Contrafatto in corsia 4, Martina Caironi in corsia 6, Ambra Sabatini in corsia 7.

Allo start, è un’onda azzurra che risale e travolge: terzo, secondo e primo posto, sul podio un trio tutto tricolore. Nell’atletica, a quei livelli, qualcosa di mai visto. Storia unica di storie differenti, quella delle tre ragazze che saranno in pista anche a Parigi, un po’ perché è la loro vita, un po’ perché da tempo ci hanno preso gusto, un po’ perché quella posa, sul podio in versione Charlie’s Angels, ognuna bardata del tricolore, merita una replica, per quanto difficile. Un trio che unisce l’Italia da nord a sud (toscana Sabatini, lombarda Caironi, siciliana Contrafatto), un trio intergenerazionale (classe 2002 Ambra, 1989 Martina, 1981 Monica) che è già nel mito paralimpico, anche perché solo lo sport avrebbe potuto cucire una parte delle loro vite.

Ambra Sabatini, la più giovane delle tre, a Parigi è – assieme a Luca Mazzone – la portabandiera italiana, onore che nel 2016 a Rio era toccato proprio a Martina Caironi, mentre Monica Contrafatto, alla bandiera, ha dedicato la sua vita da militare dell’Esercito, quella che le costò l’amputazione della gamba destra a causa di un attentato nel corso di una missione in Afghanistan, il 24 marzo 2012. C’è molto tricolore, in questa vicenda, nel male e nel bene, e c’è una figura, quella di Martina Caironi, che di fatto è stata d’ispirazione per entrambe le compagne. Per Sabatini, che perse la gamba in un incidente in moto proprio come Martina, e per Contrafatto, che ha cominciato a pensare alla carriera sportiva proprio guardandola in tv, con quell’oro e record mondiale sui 100 alle Paralimpiadi di Londra, proprio nel 2012. Quando Ambra, che oggi ne è l’erede, invece, alle Paralimpiadi proprio non avrebbe mai potuto pensare. A contarle oggi, fanno otto medaglie paralimpiche in tre. E non è ancora finita.

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