Sci, Gross addio e polemiche: “Non mi divertivo più. Speravo in un trattamento diverso”
Lo slalomista chiude la sua carriera a 38 anni, con qualche frecciatina all’ambiente: “Sono deluso, gli stimoli non c’erano più”

Stefano Gross
Roma, 17 marzo 2025 – L’ultimo slalom della sua carriera a Hafjell, in Norvegia. Stefano Gross ha chiuso la sua avventura agonistica a 38 anni e dopo 165 gare disputate in 17 anni di lunga militanza. La comunicazione è arrivata al termine dello slalom norvegese, con annesse polemiche verso un ambiente che, a detta sua, non è più come quello di una volta. Gross ha esordito in Coppa del mondo il 22 dicembre 2008 nello slalom dell’Alta Badia e dopo 17 anni di massimo circuito sono arrivati 12 podi tra cui una grande e preziosa vittoria ad Adelboden nel gennaio 2015. Una carriera costruita dal basso e arrivata fino ai livelli più alti con anche nove partecipazioni mondiali e tre olimpiche. Insomma, un pezzetto di storia dello sci alpino italiano. L’addio alle gare, però, si consuma con qualche stilettata, qualche messaggio subliminale verso un ambiente profondamente cambiato rispetto al passato.
Gross: “Mi aspettavo un trattamento diverso”
Da tempo il settore tecnico della nazionale vive difficoltà importanti, tra allenatori che se ne vanno, risultati che non arrivano, senatori che provano a tenere la barra dritta e giovani che ancora non emergono. Il pilastro Gross, dal prossimo anno, non sarà più in pista: “Sono molto deluso per come è finita la stagione – il suo messaggio di saluto ai canali federali –. Mi aspettavo un trattamento diverso in squadra e dopo tanti anni non mi divertivo più. Questo mi ha fatto prendere la decisione di farmi da parte”. Il 38enne fassano della Guardia di Finanza ha poi ammesso la volontà di proseguire, ma le circostanze hanno portato a una decisione diversa: “Visto l’amore che ho per questo sport avrei fatto altre cinque stagioni, ma per lavorare bene serve avere stimoli e quelli non c’erano più”, il chiaro messaggio di Stefano. Gross è cresciuto in una squadra che aveva slalomisti di altissimo livello, con i vari Moelgg, Thaler, Deville e Razzoli, tutta gente da podi e vittorie importanti, ma ora quel tipo di ambiente non c’è più: “Ho lavorato con grandi sciatori, avevo il piacere di partire da casa e andare a gareggiare. In quella generazione ci si trascinava l’uno con l’altro e arrivavano i risultati. C’era entusiasmo, anche tra gli allenatori. Un ambiente che ora vedo in Norvegia e Svizzera”, la critica di Gross. Poi, i ricordi belli, che partono dal debutto in Coppa del mondo: “Ricordo il giorno dell’esordio in Alta badia. Ero veloce, ma sono uscito nella prima manche. Ricordo con piacere quella giornata che mi ha fatto entrare tra i grandi. Mi porto dietro una carriera iniziata dal basso e che mi ha portato in cima. Un lungo viaggio”. E ora, che fare del futuro? Gross non ci ha ancora pensato, ma è aperto a ogni tipo di proposta: “E’ presto per pensare al domani, valuterò cosa fare e sono aperto ad ascoltare proposte interessanti”.
Leggi anche - Slalom Hafjell, vince Meillard che si gioca la coppa con Kristoffersen
Continua a leggere tutte le notizie di sport su