Caso doping Sinner: la stampa estera all’attacco, ma per il suo allenatore “la verità è venuta a galla”
Il presidente della Fitp, Angelo Binaghi: “È il giocatore più forte al mondo, l'atleta più forte che ha il nostro paese, che ha 23 anni e che potrebbe esserlo per altri 15. Va protetto”
Roma, 21 agosto 2024 – Proseguono ancora le critiche nei confronti di Jannik Sinner, dopo il caso di doping che lo ha visto protagonista nelle ultime ore. Il campione altoatesino, nel corso del torneo di Indian Wells andato in scena a marzo scorso, era risultato positivo al Clostebol, uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, ma è stato in seguito scagionato per "assunzione inconsapevole". Le polemiche, nonostante l'assoluzione di Sinner, non hanno tardato ad arrivare nemmeno sulla stampa estera.
‘Affaire Sinner: una rivelazione tardiva e tante domande’, titola il quotidiano francese L’equipe, che poi aggiunge: “Risultato positivo a marzo, scagionato cinque mesi dopo: il caso Sinner viene alla luce e solleva interrogativi”. Il titolo di Marca, giornale spagnolo, è invece ‘Fatture, uno spray e accuse di un trattamento di favore’. All’attacco anche il Daily Telegraph. "L'assoluzione dell'italiano porta a chiedersi se c'è una legge per le superstar e un'altra per i giocatori normali", scrive il quotidiano britannico.
E così, inevitabile, è arrivato anche l’intervento dell'Agenzia Mondiale Antidoping, la Wada, che ha annunciato di voler "esaminare attentamente" i documenti e si riserva il diritto di appellarsi alla Corte Internazionale di Arbitrato dello Sport di Losanna, secondo quanto ha spiegato un suo portavoce all'agenzia di stampa tedesca Dpa.
Cahill: “La verità è venuta a galla”
A difendere Jannik Sinner è però il suo allenatore, Darren Cahill. “Jannik non ha avuto colpe o negligenze, e spero che possa superare questa situazione, giocare e migliorare, mettendosi alle spalle questa sfortunata vicenda”, ha dichiarato ai microfoni di Espn. L’australiano, che allena l’attuale numero 1 al mondo dal giugno 2022, ha spiegato la situazione nel quale sono coinvolti dalla loro prospettiva: “Sapevamo di tutto questo da qualche mese e sapevamo che si trattava di una vicenda molto seria. A marzo, durante il torneo di Indian Wells, Giacomo Naldi, il fisioterapista di Sinner, ha messo la mano nella sua borsa e si è tagliato un dito con un tronchesino che usava per trattare i calli ai piedi di Jannik. Si è trattato di una ferita fastidiosa. Io non ho visto nulla: l'unica persona che era nella stanza con lui in quel momento era Umberto Ferrara, il preparatore atletico di Jannik. Neanche Jannik stesso sapeva. Io sono entrato nella stanza e ho visto che si stava fasciando il dito. Gli ho chiesto che cosa fosse successo e lui mi ha risposto che si era tagliato su un dito. Gli ho domandato se potessi aiutarlo in qualche modo ma mi ha risposto che la ferita non era un problema”.
"È stata l'ultima volta in cui ho pensato a questo episodio. In seguito Jannik ha visto Giacomo e ha notato il taglio – ha proseguito Cahill –. Gli ha chiesto cosa fosse successo e se stava usando pomate o creme per curare il dito e lui gli ha risposto di no, il che era vero in quel momento. Quello che è successo dopo lo sanno Ferrara e Naldi. Ferrara aveva con sé uno spray, molto comune in Italia ma che io non avevo mai visto né sentito prima. Ferrara ha offerto a Naldi lo spray che si portava dietro per ragioni personali. Dentro lo spray c'era una sostanza comune in Italia, tanto che ci sono già stati casi di tennisti italiani che sono risultati positivi dopo aver usato questo spray”.
L’ex coach di Andre Agassi ha concluso rivelando altri dettagli: “Durante la settimana, Giacomo ha usato lo spray per curarsi il dito, senza che noi lo sapessimo. Nel frattempo ha continuato a trattare Sinner e così la sostanza è passata da lui a Jannik. Non sapevamo nulla del test fino a Miami, dove Jannik è stato avvisato dopo aver vinto il torneo di essere risultato positivo a un controllo anti-doping a Indian Wells e abbiamo immediatamente capito che doveva essere colpa di quello spray che poi ho visto e che apparteneva al preparatore atletico. È stato possibile rintracciare subito la fonte della contaminazione, ma la sospensione era già scattata. Per cui l'obiettivo era lavorare per cancellarla. Il team di Sinner si è riunito con urgenza e la storia è stata chiarita così come è avvenuta. La spiegazione è stata accettata e si è capito che Sinner non aveva colpe, quindi gli è stato permesso di continuare a giocare. Jannik è un ragazzo fantastico, molto professionale. Forse è addirittura il ragazzo più professionale con cui io abbia mai lavorato in carriera. Non avrebbe mai imbrogliato intenzionalmente”.
Binaghi: “Abbiamo tirato un sospiro di sollievo”
In difesa del campione azzurro è arrivato anche Angelo Binaghi, presidente della Fitp, che ha svelato: “Abbiamo tirato un grande sospiro di sollievo quando abbiamo saputo tutto. Ci siamo scambiati dei messaggi con il ragazzo e sono sicuro che adesso sarà più forte di prima. Questa vicenda avrà ripercussioni positive perché avremo uno staff ancora più completo di prima che baderà anche a dettagli come questo che è sfuggito. E lui sarà un uomo più completo e più forte di prima”.
Sul fatto che questo possa avere messo in dubbio la veridicità della tonsillite che ha fatto saltare a Sinner le Olimpiadi, Binaghi risponde: “al contrario, conferma la genuinità della tonsillite. Perché se così fosse Jannik avrebbe rinunciato due giorni prima per permettere a chi ne aveva diritto, cioè Cobolli, di poter partecipare alle Olimpiadi. Se nonostante questo ha rifiutato le Olimpiadi all'ultimo momento era proprio perché c'era una tonsillite di un certo rilievo".
Riguardo le critiche ricevute da colleghi del circuito ed ex tennisti, Binaghi risponde senza fronzoli: “Anche in queste occasioni i cretini e i più frustrati, soggetti che avevano qualità tecniche di ben altro livello rispetto ai risultati che hanno ottenuto, non perdono occasione per dimostrarsi tali". Chiusura con elogi verso il “giocatore più forte al mondo, l'atleta più forte che ha il nostro paese, che ha 23 anni e che potrebbe esserlo per altri 15 anni", per il quale "vanno prestate attenzioni molto più che straordinarie, quasi maniacali, per proteggerlo anche da piccoli incidenti come questi”.
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