Sinner, la Wada potrebbe fare ricorso: “Stiamo valutando”

L’agenzia mondiale antidoping potrebbe impugnare la decisione del tribunale indipendente che ha assolto Jannik dopo la positività: “Esamineremo scrupolosamente la documentazione”

di DORIANO RABOTTI
20 agosto 2024
Il direttore generale della WADA Olivier Niggli

Il direttore generale della WADA Olivier Niggli

Jannik Sinner era probabilmente già tranquillo, nonostante il caso della positività al clostebol risalga ormai a qualche mese fa. Altrimenti non avrebbe giocato tutti i tornei che ha disputato da quando è stato informato dell’esito dei controlli del 10 e del 18 marzo, il primo a Indian Wells, il secondo fuori dalle gare: dopo quel torneo, Jannik ha fatto appello contro la sospensione ottenendo il permesso di tornare subito in campo in attesa del giudizio. Lo ha fatto a Miami a fine marzo, a Montecarlo e Madrid in aprile, per fermarsi in Spagna a causa dell’infortunio all’anca, saltando Roma. Poi è rientrato al Roland Garros in giugno, ha giocato ad Halle e in luglio a Wimbledon, quindi ha annunciato di dover saltare le Olimpiadi a causa di una tonsillite ed è rientrato l’11 agosto a Montreal e poi a Cincinnati, torneo appena vinto in finale contro Tiafoe.

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Questi sono i fatti e le date. Fino ad oggi nessuno sapeva, tranne i diretti interessati, che nel frattempo c’era una realtà parallela, un procedimento in corso che ha portato all’assoluzione del tennista italiano da parte del tribunale indipendente, come spiegato dall’Itia: “un tribunale indipendente convocato da Sport Resolutions ha stabilito che Jannik Sinner non ha alcuna colpa o negligenza per due violazioni delle norme antidoping ai sensi del Tennis anti-doping programme (Tadp)”.

Quindi per quanto riguarda le autorità del tennis, compresa l’Atp che ha accolto con sollievo l’assoluzione di Sinner: “Siamo incoraggiati dal fatto che non sia stata riscontrata alcuna colpa o negligenza da parte di Jannik”.

Tutto finito quindi? Quasi. L’unica parte del verdetto che ancora non è stata scritta riguarda le due autorità che possono fare ricorso contro la decisione del tribunale indipendente. 

Qui è utile fare un passo indietro. In materia di antidoping, ogni federazione e struttura che governa una disciplina sportiva ha all’atto pratico regole proprie. La Nado (organizzazione nazionale antidoping) e nel mondo la Wada (Agenzia mondiale antidoping) hanno però la facolta di impugnare le decisioni del tribunali specifici dei vari sport. Al momento la possibilità di un ricorso della Wada non è ancora esclusa: “Come facciamo sempre in tutti i casi, esamineremo con attenzione tutta le documentazione e ci riserviamo la facoltà di presentare appello, come appropriato”, ha fatto sapere un portavoce della Wada. I tempi sono già definiti: entro 21 giorni, la Wada può presentare appello al Tas di Losanna.

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