Djokovic e Alcaraz sul caso Sinner, Nole: “Ora protocolli anti doping più chiari”. Carlos: “Se Jannik gioca c’è un motivo”
L’altoatesino ancora nell’occhio del ciclone alla vigilia degli Us Open. Ecco come la pensano il numero due e tre del mondo, il serbo chiede più trasparenza da parte delle autorità
Roma, 25 agosto 2024 – Il caso Sinner increspa ancora le acque di un tennis da tempo tranquillo in materia di doping. Da una parte c’è Novak Djokovic, che chiede “protocolli chiari” e “approcci standardizzati” per tutti i giocatori, dall’altro c’è un grande amico – e super rivale - dell’azzurro, Carlos Alcaraz, che dice "Se lasciano che Jannik giochi, c'è un motivo. Hanno detto che è innocente e questo è tutto quello che so e che posso dire".
Il 24 volte campione Slam chiede uno sforzo da parte delle autorità: "Capisco la frustrazione dei giocatori per la mancanza di coerenza - ha detto –. Da quanto ho capito, il suo caso è stato risolto nel momento in cui è stato annunciato. Ma credo che siano passati cinque o sei mesi da quando la notizia (dei test positivi) è stata comunicata a lui e al team”.
Djokovic denuncia, a suo avviso, problemi del sistema: “Vediamo la mancanza di protocolli standardizzati e chiari. Posso capire i sentimenti di molti giocatori che si chiedono se siano trattati allo stesso modo”. Diversi giocatori infatti (Kirgios per esempio) hanno suggerito che Sinner abbia ricevuto un trattamento speciale solo per la sua posizione in classifica.
Secondo Carlos Alcaraz invece il caso ‘Sinner’ è più ampio di quanto sia stato reso pubblico, ma ha rifiutato di criticare la decisione dell'ITIA. 'Sono abbastanza sicuro che ci sono molte cose che non sappiamo. Ma se hanno permesso a Jannik di continuare a giocare, è per qualcosa. Hanno detto che è innocente, quindi è tutto ciò che so e di cui posso parlare”.
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