Djokovic e la delusione di San Siro. Ora l’uomo delle rimonte impossibili aspetta quella del Milan
Tifosissimo rossonero, il campione di tennis era al Meazza per la semifinale di Champions contro l’Inter. La rivalità con Sinner: ma la fede calcistica è la stessa
Roma, 11 maggio 2023 – Quando Mkhitaryan l'ha buttata dentro per la seconda volta, la smorfia di Djokovic, come quella di Maldini e Massara, è diventata di pietra. Quella pietra contro la quale vanno a sbattere i suoi avversari, quando il serbo numero uno al mondo decide di entrare in modalità 'the rock' in mezzo al campo. E che sia di terra o veloce, cambia poco. Lui grande tifoso milanista, costretto ad assistere a quello che, in quel preciso momento, pareva il naufragio del suo Milan – è tifosissimo da sempre, si sa – contro un'Inter più affilata, concentrata, letale. E pensare che era arrivato a San Siro col cuore gonfio di gioia e gli occhi felici di chi per una volta sta dall'altra parte, in mezzo al pubblico a fare il tifo e non sul campo a prendere applausi e, sì, pure qualche fischio.
Se la mission del Milan è ora quella di provare a ribaltare il mondo, cioè rifilare due gol all'Inter senza prenderne e poi vediamo che succede, a Nole tocca il ruolo di uomo da battere sulla terra di pregio del Foro Italico, con due obiettivi: vincere per la settima volta un torneo che ama quasi quanto il Milan e in ogni caso arrivare un passo davanti ad Carlitos Alcaraz distante solo 5 punti nella classifica ATP: The Djoker è a 6775 punti, lo spagnolo a 6770.
Tra i ragazzini 'maledetti' – nel senso di rivali pericolosi eh – da cui dovrà guardarsi, c'è ovviamente il nostro Jannik Sinner numero 8 del mondo e ora con le batterie a mille e senza più complessi nel complicato confronto con i migliori al mondo. Per la prima volta dopo tanto tempo, c'è a sensazione che un tennista italiano possa puntare al titolo, nonostante una concorrenza affilatissima. Sinner e Nole lo faranno pensando un po' anche al Milan, che se la giocherà con l'Inter in un match senza ritorno nel mezzo della prossima settimana, quando il torneo di Roma entrerà nella fase più delicata e decisiva. E pensare che loro due, Nole e Jannik, s'erano anche allenati insieme in nome della fede milanista – pure Jannik ha il cuore rossonero – al punto che dopo la spettacolare sessione di training di martedì scorso sul Centrale, davanti a un gran numero di spettatori, Nole s'era lasciato un po' andare al sentimento curvaiolo, urlando: “Forza Milan sempre!”. Lui però, è uno di quei tennisti che, in gergo, non muoiono mai. Quante volte ha vinto dopo aver dato l'impressione di cedere? Nel luglio scorso, ad esempio, quando per un'ora e mezza abbiamo sognato con Sinner avanti due set a Wimbledon e poi sconfitto al quinto (5-7 2-6 6-3 6-2 6-2) quando Djokovic è tornato in modalità The Djoker. E chissà che i due non ne abbiano parlato commentando la partita del Milan, nella speranza che martedì prossimo contro l'Inter faccia proprio come fece Nole con Jannik, sempre sull'erba, diversa da quella di San Siro, ma pur sempre erba no?
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