Jannik Sinner, il ragazzo delle scelte forti diretto al top

Sinner sempre un passo avanti: da giovanissimo la decisione di trasferirsi a Bordighera per farsi allenare da Piatti, poi l’addio al tecnico che apre il capitolo Vagnozzi. Molto discusso il recente ‘no’ all'azzurro, ma il passaggio alle Finali di Davis dei compagni e l’exploit cinese ora gli danno ragione

di PAOLO GRILLI
3 ottobre 2023
Jannik Sinner batte Alcaraz a Pechino e diventa numero 4 del ranking (Ansa)

Jannik Sinner batte Alcaraz a Pechino e diventa numero 4 del ranking (Ansa)

Pechino, 3 ottobre – Il golden boy che ora affianca nella storia azzurra del tennis il mito Panatta al quarto posto del ranking Atp è un 22enne che sbaglia raramente strategia anche fuori dal campo. Jannik Sinner, con quell’aria sempre sospesa tra il serioso e il riservato, è uno che non solo a Pechino batte Carlos Alcaraz per la quarta volta – primo giocatore al mondo a riuscirci – ma è anche un maestro di programmazione su se stesso.  Se non avesse scelto di lasciare casa molto presto, a tredici anni, per farsi allenare da Riccardo Piatti a Bordighera, molto probabilmente non sarebbe arrivato nel gotha della racchetta. Allo stesso modo, la scelta apparentemente intempestiva a inizio 2022 di lasciare il maestro per affidarsi a Simone Vagnozzi, e anche a Darren Cahill, ha spiazzato i più ma rispondeva all’esigenza del campione di trovare nuove prospettive, crescere, cambiare registro: una tensione che spesso si associa alla grandezza dei campioni. E gli stessi nuovi tecnici, a più riprese, hanno sottolineato l’indole da predestinato di Jannik, sempre desideroso di imparare e di mettersi in discussione a ogni allenamento.

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A molti non era andata giù la decisione dell’altoatesino di rinunciare ai gironi di Davis andati in scena a metà settembre a Bologna. In fondo, la maratona – persa – contro Zverev agli Us Open avrebbe comunque consentito di recuperare. Ora, però, a Pechino abbiamo visto il talento scintillante e rimesso a nuovo dell’azzurro, il cui passo di lato poi non ha avuto un esito nefasto in Davis visto che i compagni hanno magnificamente staccato il pass per le finali di Malaga. Ora in finale in Cina c’è Medvedev, uno contro cui Sinner ha sempre perso in carriera, ben sei volte. E il russo è pure quello che lo precede nel ranking: uno stimolo in più per il nostro, che intanto sa già di avere scritto la storia dell’Italtennis. A 22 anni. C’è ancora tempo per migliorare, per dare l’assalto al primo Slam con tutte le credenziali del caso.   Certo il volo di Jannik deve colorarsi più di azzurro. Tanto Pietrangeli, quanto Panatta, sono leggende per quello che hanno fatto con la nazionale più che per i Roland Garros vinti. Ma anche quella gloria legata al nostro intero movimento sarà un obiettivo del talento di Sesto, che alle Finali di Malaga vorrà presentarsi da protagonista. Con le mosse giuste, i tempi adeguati, come sempre. 

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