Sempre più Sinner, una notte da numero 1. Jannik pesca il ’Djoker’ e firma l’impresa
Djokovic si arrende al tie-break del terzo set, per arrivare in semifinale a Torino serve comunque una vittoria contro Rune domani
Roma, 15 novembre 2023 – Rosso meraviglia. C’è una nuova tonalità nel pianeta della racchetta, fosforescente nel modo in cui ha colorato la caduta di Nole Djokovic, di prepotenza, addirittura. Con quel tie break chiuso tanto a poco, 7 a 2, dopo aver avuto 5 match point e dopo due set (7-5, 6-7) nei quali Sinner non solo non ha mai vacillato, ma ha anche costretto il più forte di tutti - 52 match su 58 vinti in stagione e tre Slam - a giocare due metri dietro la riga di fondo nel set decisivo.
C’è un momento preciso e inconfondibile in cui si è capito - a prescindere da come sarebbe poi andata - quanto Nole Djokovic consideri Sinner un pericolosissimo, potenziale ’usurpatore’ di quel trono che adesso è suo e lo è complessivamente da 400 settimane, intarsiato di record e gemme che ne hanno fatto il più grande tennista di sempre. Quel momento è stato l’ouverture di una curva incredibile. Djokovic serve e va 40-0 sul 5-5. Scende a rete e lascia il passante di Sinner convinto di poterlo accarezzare con lo sguardo oltre la riga. La palla invece, pizzica il bianco. Nole chiede il challenge che gli dà torto. Da lì succede che il mondo del serbo, lui che dal punto di vista psicologico sgretola gli avversari, infila un cortocircuito da non credere. Perché da lì in avanti Sinner gli infilerà cinque punti di fila, piazzando il break decisivo. E non solo, ne farà altri quattro consecutivi sul proprio servizio chiudendo la partita 7-5. E cioè un parziale di nove punti a zero per Sinner nel momento decisivo del set contro il Mostro. Pazzesco. Gli occhi sono ancora sgranati perché per due game abbiamo visto Jannik diventare Nole e The Djoker diventare una carta qualunque del mazzo. Ecco, lì si è compreso quanto Djokovic sia sinceramente convinto quando dice di considerare Sinner uno da cerchio magico, quel ristrettissimo perimetro di coloro che possono raccoglierne l’eredità. Jannik, Alcaraz, Rune senza dimenticare Medvedev, ma i primi tre sembrano assai più voraci, come il terzetto di Velociraptor di Jurassic Park. Però poi c’è un momento in cui poi ti rendi conto perché Nole è Nole, sul tie break del secondo set, quando convincerà Sinner che il set lo perderà, giocando un tennis super sul filo dei nervi. E ci sono altri elementi che indicano come Nole tema Jannik, adesso (per il passaggio alle semifinali comunque dovrà battere Rune domani, Sinner).
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Il serbo non parte mai alla velocità massima a meno che non lo richieda la pericolosità dell’avversario. Con Sinner è partito a mille, tentando di prendersi il campo immediatamente. E d’altra parte, Jannik si porta dietro un popolo che ci crede, che non è solo negli immancabili Carota Boys. Per dire, il centro studi di due bookmaker di grido, Goldbet e Better, indica come 3 persone su 4 e cioè il 75% degli sportivi, abbia deciso di puntare sulla vittoria di Sinner. Non è solo tifo, sono sensazioni che sfiorano la certezza sul futuro a medio termine del Rosso. D’altra parte, Jannik è andato avanti come un treno, non ha mai vacillato, ha giocato un tennis impermeabile a ogni condizionamento psicologico, sfidando Djokovic sul suo terreno, il palleggio pesante da fondo campo. Anche quando poteva arrivare il contraccolpo del secondo set perso al Tie, Sinner si è arrampicato dominando gli scambi nel momento che pareva decisivo del terzo, quando ha breakkato Nole portandosi 4-2. Però The Djoker lo è perchè sa ingannarti e lo fa col controbreak, 4-3 e poi 4-4. Da lì si va sul filo fino al momento decisivo, in cui Sinner ha capito che, sì, è il vero erede di chi ha appena battuto.
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