Wimbledon, Sinner contro Djokovic: ancora “mission impossible”. Ma per poco

Il tennista altoatesino è ormai fisso tra i primi dieci top player. Battere Nole è ancora troppo difficile, ma Jannik non è lontano dal fenomeno serbo

di UBALDO SCANAGATTA -
14 luglio 2023
Jannik Sinner

Jannik Sinner

Londra, 14 luglio 2023 - Era stata definita una mission impossible quella di Jannik Sinner contro Novak Djokovic e tale alla fine si è rivelata più per il risultato finale che per il suo svolgimento. Djokovic si è qualificato per la nona volta alla finale di Wimbledon, dove conta di vincere per la ottava e di eguagliare il record di Roger Federer, ma Jannik Sinner è uscito dal Centre court a testa alta perché anche se ha perso in 3 set 63 64 76 (4) in 2 ore e 47 minuti di lotta sempre ravvicinata - e mancando la trasformazione di due setpoint nel terzo set - anziché in cinque set come lo scorso anno quando aveva vinto i primi due set ma era stato dominato nei successivi tre, questa volta ha dato molto più l’impressione di 12 mesi fa di poter far male al fenomeno serbo. Che infatti in diversi frangenti non ha nascosto il suo nervosismo.

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Sinner ha avuto, insieme a quei due set point sul 5-4 del terzo set, altre quattro palle break, le prime addirittura nel primissimo game. Non solo: in ben otto game di battuta di Djokovic sui 16 turni di servizio del serbo, Sinner è stato anche in vantaggio di un punto o due: 0-15 o 15-30 quando. In 15-40. Insomma ha fatto il possibile per mettere costantemente in difficoltà e in apprensione un giocatore troppo più esperto di lui.

Purtroppo quando è arrivato al tiebreak, dopo che delle precedenti 6 palle break almeno due (e una sul secondo setpoint) le aveva sbagliate lui di dritto incrociato nel tentativo di forzarlo, era avanti di un mini break ma lo ha dilapidato sul 3-2 con un grave e quasi imperdonabile doppio fallo.

Era una mission impossible la sua perché per Djokovic, n.1 del mondo per 389 settimane, parlavano tanto i tanti numeri: 7 Wimbledon vinti contro zero, 23 Slam vinti contro zero, 38 Masters 1000 vinti contro zero, 44 vittorie sul Centre Court sul quale era imbattuto da 10 anni (quando perse la finale da Andy Murray) e se Sinner giocava oggi la sua prima semifinale di Slam per Djokovic questa era la n.46! Djokovjc disputerà domenica la sua finale Slam n.35. Per ora Sinner e ancora a zero, ma ha tantissimi anni davanti a se’ per conquistarne alcune. Non dimentichiamo che Panatta ne ha giocata una sola (anche se l’ha vinta).

Ma Sinner mi è piaciuto molto, è venuto spesso in avanti a conquistarsi il punto a rete, con coraggio e personalità, ha fatto 22 punti su 29 discese a rete e qualcuno dovrebbe ricordare che lui una volta a rete non ci veniva quasi mai. Alla fine Jannik ha perso per aver ceduto soltanto due volte il servizio, avendo salvato 7 palle break su 9.

Questa è stata la sua prima semifinale qua, ma credo - sono abbastanza sicuro - che ne vedremo altre. Djokovic per primo, e quando era ancora sul Centre court, ha detto che il punteggio non rispecchia l’equilibrio che c’è stato e sono pienamente d’accordo con il tennista di Belgrado che disputerà domenica la sua nona finale e che anche a 36 anni e due mesi ha giocato da fenomeno soprattutto i primi due set. Djokovic ha detto: “Sinner è uno dei leader della nuova generazione”. E non credo sia stato un complimento di forma. Lo pensava veramente. Forse non poteva dire che la sua vittoria è frutto principalmente della sua maggior esperienza. Djokovic aveva vinto tutti gli ultimi 14 tiebreak nelle partite dello Slam e oggi ha vinto anche il quindicesimo sebbene all’inizio lo stesse perdendo per 3-1.

Nel box di Djokovic i commenti sono unanimi: Sinner oggi ha fatto soffrire assai il favorito n.1 anche di questa edizione del torneo più prestigioso che esista.

Pure va detto che l’erba non è davvero la miglior superficie per le caratteristiche tecniche di Sinner. Mi aspetto di averne conferma dai prossimi tornei Masters 1000 sul cemento in Canada e a Cincinnati, prima dell’US Open dove, se Novak vincerà anche questo Wimbledon tenterà di realizzare il sogno del Grande Slam che sfumò due anni fa per mano di Medvedev.

Ma Sinner è ormai una certezza. Da tempo è un fisso top-ten, nella race per le finali ATP di Torino è n.5, insomma ci ha già messo più di un piede e la prova di oggi va catalogata come una ottima prestazione. Varrà la pena ricordare che Jannik non ha ancora 22 anni. Non si poteva pretendere che battesse Djokovic.  

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