Barbolini trova l’America: “A Parigi un oro storico. Ora scopriamo Houston”

Il vice di Velasco in nazionale è il primo tecnico straniero nella lega femminile che sta nascendo negli Usa, in Texas ci sarà anche Bonitta: "Un progetto serio".

di DORIANO RABOTTI -
25 agosto 2024
"A Parigi un oro storico. Ora scopriamo Houston"

Il vice di Velasco in nazionale è il primo tecnico straniero nella lega femminile che sta nascendo negli Usa, in Texas ci sarà anche Bonitta: "Un progetto serio".

Roma, 25 agosto 2024 – Massimo Barbolini è uno dei segreti della medaglia d’oro dell’Italvolley femminile. Perché pur essendo il tecnico più vincente in attività ha accettato di tornare a un ruolo che ricopriva nel 1989, quello di vice di Julio Velasco. E ora si appresta ad aprire un’altra frontiera: a novembre andrà ad allenare nel primo campionato professionistico americano.

L’intervista 

Barbolini, a freddo che effetto fa aver scritto la storia?

“È ancora più bello perché ci si rende conto di tutti i passaggi, si pensa a quello che è successo nel passato. Per me le Olimpiadi erano l’unica vera delusione della carriera, a Pechino. Questa soddisfazione è veramente eccezionale, andando avanti ci renderemo conto sempre meglio di quello che abbiamo fatto, siamo la prima nazionale di pallavolo in assoluto in Italia che porta a casa l’oro”.

Meritatissimo, peraltro.

"È un premio al lavoro, ai sacrifici fatti da questa ragazze e da tutti noi in questi mesi. Vi assicuro che non è stato facile arrivare dove siamo arrivati, dopo è sembrato semplice perché invece che vincere una finale 3 a 2, 17 a 15, abbiamo perso un solo set in tutta l’Olimpiade".

Come ha ritrovato Velasco, non lavoravate insieme dal 1989?

“Tutti mi dicevano: tu con Jiulio sai com’è. Ma era 35 anni fa...Poi è vero che siamo sempre rimasti in contatto, ma era cambiato lui ed ero cambiato io, nel frattempo. Non ho trovato grosse differenze nelle sue abilità, questo sì. E i risultati si sono visti, ha guidato tutti in maniera impeccabile, nella metodologia, nel lavoro, nella gestione del gruppo, nella comunicazione”.

La verità è che nessuna nazionale aveva uno staff con Velasco, Barbolini, Bernardi. Come avete combinato le tre personalità?

“Questa è stata un’altra bellissima idea di Julio, nel volley forse è la prima volta. Nel basket invece è più usuale, se pensiamo a Scariolo che è l’allenatore campione del mondo assistente a Toronto, Ettore Messina a San Antonio, è una cosa già avvenuta a livelli altissimi. Nel nostro caso si è unito tutto bene, l’importante era essere chiari dall’inizio, poi ci conosciamo e rispettiamo, è stato facile. Julio è il capo allenatore, se era necessario ci confrontavamo tutti e tre e lui alla fine prendeva le decisioni, sapendo di poter contare su di noi. Non è stata un’estate lunghissima, però c’è stato tempo per provare”.

Lei lavora da anni nel settore femminile. È davvero più difficile allenare le donne?

"È tanto che non alleno i maschi, ma direi di no. Magari le problematiche possono essere diverse, perché uomini e donne sono diversi nel bene e nel male, bisogna concederselo. Io magari sono stato fortunato, ma non ho mai avuto grosse difficoltà. Julio dal canto suo ha messo subito in chiaro alcune cose e non ci sono stati problemi".

I social hanno un impatto, visto che parliamo di psicologia?

“Onestamente non lo so, è normale che i ragazzi di oggi vengano influenzati più di noi, nel bene e nel male. Io non li uso, non sento il bisogno di andare a leggere complimenti o critiche, capisco se ho fatto il mio lavoro bene o male. Ma per i giovani è diverso, e a volte può essere anche un pericolo. Da quel che ho capito, le ragazze sono state brave anche ad isolarsi, sono state molto intelligenti”.

Lei sta per partire per il primo campionato femminile negli Usa.

“Mi è arrivata l’offerta da questa nuova Lega che apriva, è una cosa che mi ha onorato molto, essere il primo allenatore straniero ad essere contattato. Penso che sia un progetto molto interessante, hanno coinvolto praticamente tutte le giocatrici d’argento alle Olimpiadi e molte delle campionesse olimpiche di Tokyo”.

Lei allenerà a Houston.

“Sì, avrò Hancock e Thompson della nazionale Usa, le italiane Folie e Loda, la Bauer, altre giocatrici che escono dal college. In Texas ci sarà anche Marco Bonitta, a Austin. Le altre squadre saranno a Salt Lake City, Atlanta, Madison e Omaha”.

Come farà senza la famiglia e il suo cane Tequila?

“Partirò in novembre, per i primi due mesi andrò da solo, le figlie studiano. Vedremo con l’anno nuovo, almeno mia moglie forse potrà venire. Ma a metà aprile sarò già di ritorno”.

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