Bottolo: "Io alle Olimpiadi? Gioia immensa"

Per lo schiacciatore della Lube è la prima volta ai Giochi: "Adesso i miei stanno cercando i biglietti per venirmi a vedere a Parigi"

di ANDREA SCOPPA -
10 luglio 2024
Bottolo: "Io alle Olimpiadi? Gioia immensa"

Bottolo: "Io alle Olimpiadi? Gioia immensa"

"È la gioia più grande nella mia vita da atleta". Potevamo immaginare quanta felicità ci fosse in Mattia Bottolo dopo la convocazione per far parte della Nazionale olimpica di pallavolo maschile. Dopo averlo sentito, ascoltando le sue parole che trasudano orgoglio ed emozione, quella sensazione è ancora più chiara. Avevamo scritto qualche giorno fa che le possibilità di essere inserito tra i 13 azzurri erano alte per lo schiacciatore della Lube. Vuoi per le prestazioni fatte nella Volleyball Nations League, vuoi perché era già nel gruppo di Europei e Mondiali e vuoi perché nel precedente elenco dei 15 convocabili figuravano ben 5 centrali. Tanti. È andata proprio così e oggi Bottolo racconta ai lettori del Carlino la gioia di rappresentare l’Italia ai Giochi di Parigi e chissà che questa volta non sia quella buona per vincere l’agognata medaglia d’oro.

Bottolo, ci racconta cosa si prova a prender parte per la prima volta ad una Olimpiade?

"Tanta gioia. Ho iniziato ad averla, in verità, quando è uscito l’elenco dei 15, perché eravamo in 4 come schiacciatori e la volontà era sempre stata quella di portarne altrettanti in Francia".

È la gioia più grande da quando gioca a pallavolo?

"Due anni fa ho vinto un Mondiale, ma giocare l’Olimpiade è qualcosa di unico e quindi rispondo di sì".

Partecipa ai Giochi a soli 24 anni, mentre il compagno di club Balaso lo fa a quasi 29.

"Vero, non era certo una cosa scontata, ma non voglio viverla come un punto di arrivo".

È l’unico schiacciatore non titolare nella società di appartenenza: deve essere stato ancora più difficile strappare il posto vero?

"Beh, forse la scelta di De Giorgi può valere qualcosa in più proprio perché ho avuto meno spazio per mettermi in mostra".

Il primo messaggio a chi lo ha mandato?

"Ai genitori, ma a dire il vero loro lo hanno saputo prima di me".

Come sarebbe?

"Stavo facendo l’allenamento e loro hanno letto il comunicato della Federazione. Adesso stanno cercando i biglietti per venirmi a vedere a Parigi".

Il suo coach Medei ritiene che il sestetto azzurro sia fortissimo ma che la Polonia abbia maggiore profondità e più qualità media. Partiamo dietro di loro?

"Sono parecchie le nazionali top, almeno quattro. Anzitutto la Francia è campione in carica e ha pure vinto la Vnl. Noi siamo i campioni del mondo, la Polonia ha vinto l’ultimo Europeo contro di noi e il Giappone è in grande crescita. Almeno queste 4 squadre possono lottare per l’oro".

Lei è nato dopo la "generazione dei fenomeni", sente comunque l’ossessione del trionfo olimpico?

"No, quel tabù non appartiene alla mia generazione. Non pensiamo all’oro come a una ossessione, ma cercheremo di arrivare fino in fondo".

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