Caso Egonu, gli scenari possibili: con Mazzanti, Velasco o Lavarini

Dal 16 settembre le azzurre saranno impegnate, senza Paola, nel torneo di qualificazione olimpica. Il risultato deciderà anche il futuro del ct, ma la situazione è molto fluida

di DORIANO RABOTTI -
7 settembre 2023
Stefano Lavarini, a sinistra, con Giovanni Guidetti

Stefano Lavarini, a sinistra, con Giovanni Guidetti

Come sempre nello sport, dipenderà tutto dai risultati. Perché nulla ci toglie dalla testa che se l’Italia femminile di volley avesse vinto la finale per il terzo posto (come doveva) contro l’Olanda, tutta la bolla del caso Egonu non sarebbe scoppiata: a quel punto la gestione di Davide Mazzanti avrebbe portato a un risultato più difficile da ‘contestare’ al ct, sconfitto al tie-break dalla Turchia in semifinale quasi come la Serbia in finale (quasi perché il tie-break con la Serbia è stato equilibrato, quello contro l’Italia no. Ma le azzurre nel quarto set avevano in mano la vittoria). Il crollo nella finalina invece ha messo a nudo il fatto che le scelte del ct sulle esclusioni illustri non hanno dato i risultati sperati in termini di risultati, unico modo per mettere a tacere le critiche.

Adesso al preolimpico l’Italia si giocherà la certezza dell’accesso ai Giochi di Parigi, senza bisogno di aspettare il ranking nel giugno dell’anno prossimo, e Mazzanti si giocherà la panchina. A termini di contratto, il ct è lui fino a dopo le Olimpiadi. All’atto pratico, se dovesse andare male nel torneo in Polonia (otto squadre, girone all’italiana di sola andata, passano le prime due: le rivali più temibili sono Polonia e Stati Uniti), la Fipav cambierebbe sicuramente tecnico. Ipotesi da non escludere anche in caso di conquista del pass, in realtà. Lo scontro con Egonu è frontale, dopo il mondiale dell’anno scorso c’era già stato un momento di riconciliazione, ma evidentemente era solo apparenza e non sostanza.

In questo momento la pressione nei confronti di Fipav e ct è enorme e arriva anche da fronti inattesi: Volleyball World, il fondo che ha in pratica rilevato dalla federvolley mondiale la gestione degli eventi, sta postando messaggi in favore della Egonu, il cui ‘peso mediatico’ è di molto superiore a quello squisitamente tecnico. In teoria stiamo parlando di pallavolo, in teoria la Fifa, per fare un paragone calcistico comprensibile, non si è mai permessa di spingere per la convocazione di un giocatore. In pratica quando c’è di mezzo Paola non si parla mai soltanto di schiacciate e di muri.

La Fipav non ha ancora preso contatti con nessuno, ma è chiaro che dal presidente Manfredi in giù, i ragionamenti sui diversi scenari futuri sono già iniziati. Il nome per certi versi più semplice da fare è quello di Julio Velasco: perché nei prossimi mesi riprenderà confidenza con il volley femminile tornando ad allenare in A1 a Busto Arsizio; perché chi lo conosce sa che dentro sente il fuoco dell’incompiuta a cinque cerchi, l’unica della sua carriera; perché la sua esperienza è fuori discussione, perché è l’unico al mondo, probabilmente, che ha il carisma per mettere a tacere le tante, troppo voci che si sono alzate per intromettersi nella vicenda. Se parliamo di gestione del caos mediatico e di ascendente sulle menti delle giocatrici, non c’è uno più adatto di Velasco a risolvere il problema. Tecnicamente si può liberare senza penali, il suo contratto lo prevede proprio per la nazionale italiana. Il ‘contro’ riguarda la lunga assenza da una panchina femminile, l’ultima squadra fu proprio l’Italia più di vent’anni fa, e nel frattempo il volley è cambiato. Anche per merito suo, della sua idea di fondare il Club Italia. Ma è cambiato.

Così la vera alternativa, in una situazione regolamentare che in pratica taglia fuori sia Daniele Santarelli che Giovanni Guidetti (lo statuto Fipav per la panchina dell’Italia non ammette il doppio incarico, e i due tecnici hanno ottimo ingaggi da Conegliano e Vakifbank), diventa Stefano Lavarini. Che a livello di club ha un anno di contratto con il Fenerbahce, quindi se non lo rinnovasse sarebbe libero di accettare l’Italia in tempo per andare a Parigi. Ma anche qui il destino si diverte a intrecciare i fili come fosse una rete da volley: Lavarini adesso è il ct della Polonia che giocherà in casa il preolimpico cercando di soffiare il posto proprio all’Italia. Se ce la farà, sarà sicuro di andare a Parigi senza aspettare giugno. Ma sulla panchina degli altri...

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