Il volley piange Giuseppe Brusi: a Ravenna creò la Teodora dei record e il Messaggero
Si è spento a 81 anni, trasformò la pallavolo femminile di Ravenna in una fabbrica di successi e diede vita nel settore maschile alla squadra più forte mai vista in Italia
Ravenna, 25 ottobre 2023 – La pallavolo italiana ha perso uno dei suoi simboli. Se ne è andato a 81 anni Giuseppe Brusi, manager che con la sua passione aveva cambiato la storia sotto rete. E il suo carisma era tale che anche altri mondi, dal calcio all’imprenditoria, avevano avuto modo di apprezzare la sua competenza e il suo entusiasmo. Ravennate doc, Giuseppe, Peppone per gli amici di sempre, aveva cambiato la percezione stessa dello sport femminile in Italia. Come leader della Teodora Ravenna, negli anni Ottanta del secolo scorso diede al professor Sergio Guerra, maestro in palestra, suggerimenti e strutture per fare di una piccola società di volley una regina d’Europa. In tempi in cui per le donne italiane era quasi impossibile praticare l’agonismo ai massimi livelli. Generoso all’inverosimile, nel privato come nel pubblico, Brusi avrebbe poi riversato sulla pallavolo maschile la sua esuberante lungimiranza. Supportato da Carlo Sama, con il marchio Messaggero avrebbe fatto di Ravenna una potenza mondiale sotto rete. Fu lui a portare in Italia il Maradona del volley, l’americano Kiraly. Vinse uno scudetto e tre Champions consecutive. Aveva una propensione per i record: perché veniva dal basso e amava stare in alto non per diritto di nascita, ma per conquista sul campo, nel cuore, nella vita. Brusi è stato il maestro di Manu Benelli e di Lilli Bernardi, di Fabio Vullo e di Andrea Gardini, di campionesse e campioni che avevano il suo imprinting. Lascia in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, come l’autore di queste righe, un ricordo indelebile. La vita non gli ha risparmiato colpi durissimi, ma l’amore per Rina, Barbara e Bianca lo ha sorretto sempre. Avevamo, io e lui, un rimpianto comune: si fosse dedicato alla Nazionale maschile di pallavolo, beh, con lui a fare da team manager l’oro olimpico sarebbe già arrivato. Ciao, fratello mai abbastanza amato.
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