Ieri le convocazioni per il torneo di qualificazione. Le azzurre a caccia dei Giochi senza la Egonu
Per la federazione la decisione "è stata concordata", ma i rapporti con il ct Mazzanti sono ai minimi termini

di Doriano Rabotti
Si va verso una resa dei conti, in un modo o nell’altro. L’Italvolley femminile uscita con le ossa rotte dall’Europeo chiuso al quarto posto si appresta a giocarsi la penultima chance per andare a Parigi in una situazione di acque agitatissime. E senza Paola Egonu.
L’Europeo ha messo in mostra tanti problemi, le convocazioni di ieri confermano che uno è il rapporto tra il ct e la nostra giocatrice più forte.
Mazzanti ha raccontato di aver concordato con la federazione una rifondazione del gruppo, dopo il bronzo ai mondiali dell’anno scorso, ammettendo che al tempo non aveva più in mano la squadra. Ha fatto le sue scelte, come è dovere e non solo diritto di un ct. I risultati non sono arrivati, è vero che l’Italia in semifinale ha tenuto testa alle campionesse della Turchia (con la Egonu protagonista....) e ha sprecato un grande vantaggio a pochi punti dalla vittoria. Ma alla fine ha chiuso quarta, offrendo il peggio nella finalina.
Il tempo per fare rivoluzioni da qui alle qualificazioni che scattano il 16 settembre non c’è, ma il fatto che l’unica azzurra dell’Europeo che non andrà a cercare il pass per Parigi sia proprio la Egonu la dice lunga sui rapporti tra l’allenatore e la stella azzurra, al di là delle parole ufficiali della federazione: "l’atleta azzurra, pur ribadendo il proprio attaccamento alla maglia dell’Italia, ha concordato con il ct e il presidente federale Manfredi di non partecipare al torneo in Polonia per prendersi un periodo di riposo". Le quindici convocate sono le stesse dell’Europeo, meno Egonu, più Linda Nwakalor e Villani.
L’impressione da fuori è che, al di là dei contratti, il destino dell’Italia ma anche di Mazzanti si deciderà in Polonia. Se centrerà l’obiettivo (e a scanso di equivoci, può farlo benissimo anche senza Egonu), la posizione del ct verso Parigi sarà ben salda e si potranno far decantare le tossine del momento per concentrarsi su un obiettivo più grande, recuperando con pazienza anche Egonu. Questo sarebbe lo scenario migliore per tutti, perché alla fine quello che conta è l’Italia, non i singoli.
In caso di fallimento a Lodz, le azzurre avranno ancora una possibilità tramite gli ultimi due posti assegnati in base al ranking. Ma se il pass arrivasse in quel modo, non è detto che sotto la Tour Eiffel ci sarà Mazzanti. La Fipav non accetta il doppio incarico, quindi né Santarelli né Guidetti sono in corsa. Considerando la stima di cui gode a livello federale, le indiscutibili capacità psicologiche (e qui ne servono...) e il fatto che sta per tornare ad allenare nel settore femminile, a Busto Arsizio, non ci stupiremmo se Manfredi, in caso di separazione anticipata da Mazzanti, si rivolgesse a Julio Velasco che ha una clausola di uscita gratuita dal contratto con Busto solo per la nazionale.
Prima comunque vediamo di andarci, a Parigi...
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