Il post partita. Il rammarico di Barbolini che non si arrende: "Peccato perché abbiamo giocato alla pari»

Una finale emozionante tra Scandicci e Conegliano, con un pubblico caloroso e coinvolto. Scandicci vince il primo set, ma Conegliano pareggia. Si arriva al tie-break, ma alla fine è Conegliano a trionfare. Scandicci esce a testa alta, pronta per la prossima sfida a Treviso.

di FRANCO MORABITO -
21 aprile 2024
Il rammarico di Barbolini che non si arrende: "Peccato perché abbiamo giocato alla pari"

Il rammarico di Barbolini che non si arrende: "Peccato perché abbiamo giocato alla pari"

Una serata iniziata in festa e finita con l’amaro in bocca. Al di là di questo è stata comunque una partita che si è giocata in una cornice unica, indimenticabile con Palazzo Wanny trasformato in un catino infuocato. Calore e colore che hanno dato ancora più enfasi allo spettacolo, con migliaia di bandierine blu a vivacizzare il tutto e un coro da stadio a rendere più elettrizzante il palazzo; in tribuna oltre 3.500 spettatori, non c’era un solo posto libero. Prima che la sfida avesse inizio non è mancato neppure il cerimoniale: prima Giancarlo Antognoni, applauditissimo, a centro campo con la grande coppa del 79° campionato italiano che verrà assegnata alla squadra vincitrice del tricolore, poi tutti in piedi per l’Inno d’Italia eseguito dalla banda della scuola dei Marescialli e Brigadieri di Firenze.

Si inizia a giocare e un tifo infernale accompagna ogni punto messo a segno da Scandicci; anche Conegliano vanta però una larga partecipazione di sostenitori al seguito che si fanno sentire e vedere con tamburi e bandiere. In campo c’è equilibrio, d’altra parte quando si arriva a una finale scudetto è ovvio che le squadre abbiano le potenzialità e le carte in regola per disputare partite di alto livello. Anche se Conegliano è la squadra pluricampione in carica e vanta un’esperienza superiore rispetto a Scandicci che approda a queste finali per la prima volta.

Ecco perché il pubblico sostiene con forza la squadra e si esalta ad ogni punto messo a segno dalle sue giocatrici. La vittoria del primo set è accompagnata da applausi scroscianti, la musica del palazzo è a toni alti, si respira un’aria completamente diversa da quanto accade nelle partite "normali". Conegliano pareggia il conto dei set, Scandicci va di nuovo avanti, e le pantere si riportano di nuovo sotto, lo spartito di Treviso si ripete. E quando si arriva al tie-break la sensazione è che possa ripetersi il miracolo di gara-1. I punti si susseguono con la speranza di vincere e, al tempo stesso, la paura di non farcela. Come Treviso, dicevamo, finale, però, è diverso. Il pubblico esce a testa bassa e a senza voce, l’ha finita tutta sugli spalti; ha accarezzato l’idea di poter vincere ma torna a casa con niente in tasca.

È un peccato, qualche errore di troppo, ma la fiducia non manca. "Abbiamo dimostrato di poter reggere il passo delle più forti", commenta chi esce. E aggiungono: "Ripartiamo da zero, ce a faremo". Gare -3 a Treviso mercoledì alle 20.30.

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