"Il volley non fa dormire». Nome in codice Scoutgirl: "La sfida dei numeri è un lavoro da donne»

Laura Vigilante fa parte dello staff della Campi Reali Cantù impegnata in A2 "Scrivo codici in tempo reale da bordo campo per studiare i nostri avversari. Si gioca a velocità impressionanti, ma in campo vedo i frutti di ciò che faccio".

di GIULIANA LORENZO
28 dicembre 2024
Laura Vigilante fa parte dello staff della Campi Reali Cantù impegnata in A2 "Scrivo codici in tempo reale da bordo campo per studiare i nostri avversari. Si gioca a velocità impressionanti, ma in campo vedo i frutti di ciò che faccio".

Laura Vigilante fa parte dello staff della Campi Reali Cantù impegnata in A2 "Scrivo codici in tempo reale da bordo campo per studiare i nostri avversari. Si gioca a velocità impressionanti, ma in campo vedo i frutti di ciò che faccio".

Chiamatala scoutgirl, non scoutman. Laura Vigilante (classe 2002) è una delle poche donne, nel mondo della pallavolo maschile, tra Superlega e A3 (in totale 5) a svolgere questo ruolo. È, infatti, la scout ufficiale della Campi Reali Cantù (serie A2). Pallavolista, studentessa di scienze motorie (fa la magistrale), figlia di una mamma fotografa e manager della compagine lombarda, si è avvicinata per caso a questo mondo nell’ombra di cui pochi, se non gli addetti ai lavori, conoscono il valore.

Come è arrivata a fare questo lavoro?

"In modo casuale, durante il periodo del Covid. C’era bisogno di una figura con un attestato specifico per stare in campo e io ero l’unica che lo staff già conosceva e che lo aveva. Due anni fa, lo scoutman era prossimo alla pensione e i coach mi hanno chiesto se fossi disponibile a incominciare questa esperienza. Avevo un’idea ma non come ora, è un ruolo marginale, un fantasma nello staff e poi dall’anno scorso sono diventata ufficialmente la loro scout. Ci sono quelle figure in fondo al campo con i computer, la gente si chiede chi siano. Si vede ciò che c’è dietro, la tattica che deriva dallo studio dei match, degli avversari o lo studio sulla performance singola e della squadra".

Cosa fa di preciso?

"Si agisce all’interno della match analysis, il processo che si suddivide in pre-gara, durante e post. La finalità è valutare la performance della squadra e degli avversari. Si lavora con una codifica alfanumerica dei fondamentali: ognuno è associato a un codice che semplifica le codifiche delle fasi di gioco in tempo reale. In seguito, le informazioni vengono generate dal programma che ha ogni scout e si procede ad analizzare i fondamentali in base alle necessità. Il risultato finale è il tabellino, se poi si vuole andare nello specifico, si mettono sotto la lente d’ingrandimento le fasi di gioco o quanto la squadra è efficiente in un determinato fondamentale o le prestazioni dei singoli".

Cosa le piace del suo lavoro?

"Gioco a pallavolo, però rispetto alla femminile, che è bellissima, la maschile ha la componente fisica. Vedi ciò che c’è dietro, come si muovono i giocatori, come si studia l’avversario. Da quando ho scoperto questo ruolo vedo i match dal lato corto, dove si nota come è strutturato il gioco. Tutto quello che studi lo vedi nella resa in campo. La cosa più complessa è imparare: ci ho messo veramente tanto, non è semplice scrivere codici in tempo reale, la maschile va ad una velocità di gioco impressionante".

È vero che dormite poco?

"Sì, soprattutto la domenica notte. Gli allenatori vogliono tutto per il giorno dopo e lo stesso la Lega e devi studiare anche per il match successivo, si entra in un loop infinito".

Non siete tante tra le donne...

"L’utilizzo del computer può intimorire, non si è abituati a vedere una donna in questo contesto. In generale, nelle squadre maschili, le donne sono o dirigenti o fotografe. È un lavoro altamente preciso e secondo me può essere fatto, per questo, da donne".

Nel futuro cosa vede?

"Oltre agli studi, mi occupo di una squadra slovena e sono stata ingaggiata, a partire da gennaio, dalla nazionale giovanile croata. Non mi aspettavo potesse succedere, sono contenta".

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