Julio Velasco guarda al Mondiale: "Dobbiamo pensare come se a Parigi non avessimo mai vinto"
L'allenatore, confermato sulla panchina femminile fino al 2028, pensa già al 2025 e al lavoro da fare per rafforzare il movimento
Milano, 14 dicembre 2024 – “La prima cosa che dobbiamo pensare è che abbiamo perso, se vogliamo continuare a vincere dobbiamo fare così, cosa avremmo fatto se avessimo perso?”. Nella mente di Julio Velasco lo storico oro di Parigi 2024 fa già parte del passato.
Un passato recentissimo a cui non si può rimanere troppo ancorati per riuscire a guardare oltre (con un contratto rinnovato fino al 2028), cercando però di evitare le solite aspettative: «In Italia, vincere non è una cosa positiva, se vinci una volta sei condannato a farlo sempre». L’oro olimpico non ha cambiato nulla per il CT da un anno sulla panchina dell’Italvolley femminile dopo anni tra settore giovanile della Fipav e prima ancora Nazionale maschile. Proprio a chi ancora gli chiede se quest’oro abbia compensato in qualche modo l’argento di Atlanta ’96 risponde in maniera perentoria. "La Nazionale maschile mi ha dato tanta soddisfazione e quell’argento, l’ho detto e lo ridico, è la medaglia meno festeggiata della storia e la cosa mi ha fatto arrabbiare allora e mi continua a far arrabbiare. Credo che in Italia, che ha tanti pregi, tra questi non ci sia il dare il valore a quello quello che abbiamo”.
L'allenatore, che ha studiato tante scuole di pallavolo e che presto andrà in Giappone per osservare una delle nuove potenze sportive in crescita, elogia comunque il sistema nostrano «La pallavolo italiana non è solo le vittorie, è un movimento incredibile. Quando penso al percorso che fanno i giovani, fino a arrivare alla Serie A e fino alla Nazione è qualcosa di straordinario: perché giocano i campionati locali, poi i territoriali, i regionali, le finali regionali, il trofeo delle regioni, se non fanno le finali nazionali di categoria giocano una campionato di serie. Tutto questo avviene con allenatori, società, con migliaia di persone. Questo è un movimento straordinario. Certamente non c'è solo in Italia, ma l'Italia è al vertice mondiale, su questo non c'è nessun dubbio”.
In vista del nuovo quadriennio (con Massimo Barbolini l'unico per ora confermato nel suo staff, per gli altri si aspetterà il 2025), non mancano gli stimoli e le nuove iniziative con la creazione di una Nazionale B che farà i Giochi del Mediterraneo e le Universiadi, il cui team tecnico verrà scelto più avanti: "Dobbiamo formare giocatrici in grado di dare uno stimolo anche alle senatrici, tra chi non arriverà e chi potrà avere un calo. Abbiamo la fortuna, rispetto alla maschile di avere molti più giocatori, avendo più categorie. Inoltre, da quest’anno al Centro FIPAV Pavesi lavoreranno Nazionali Junior, Seniores e B, ci sarà condivisione di staff, giocatrici e lavoro”.
Un lavoro in vista di Los Angeles ma soprattutto del Mondiale 2025: "Non penso al 2028, per niente. Penso al Mondiale del 2025 e alla VNL. C'è questo meccanismo per cui sembra che l'Olimpiade sia quasi tutto. Intanto, tecnicamente è più difficile vincere un Mondiale e lo dico dopo aver vinto l'Olimpiade. Perché? Per un semplice motivo, le Olimpiadi hanno solo 12 squadre, nel Mondiale ci sono tutte, tutte le squadre più forti al mondo. Io mi preoccupo del Mondiale, ed è più difficile anche perché dopo aver vinto, non si sa per quale motivo, c'è un calo. Farò in modo che non sia così. Però succede spesso, penso più a questo che a Los Angeles. Lì sarà molto importante il lavoro con la Nazionale Junior e la squadra B, per vedere se qualche giocatrice più giovane può entrare nel gruppo».
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