La nuova Luna Rossa è di argento vivo: "È la più bella, pronti per l’America’s Cup"

Ieri a Cagliari il varo del monoscafo che darà l’assalto al trofeo a Barcellona. Sirena: "Abbiamo imparato dalla sconfitta di Auckland"

14 aprile 2024
La nuova Luna Rossa è di argento vivo: "È la più bella, pronti per l’America’s Cup"

La nuova Luna Rossa è di argento vivo: "È la più bella, pronti per l’America’s Cup"

VELA

di Gianluca Sepe

Sorge una Luna nuova a Cagliari. Una Luna Rossa, la nuova Luna Rossa. Una Luna Rossa dipinta d’argento. Cattiva, dalle forme ardite e aerodinamiche per inseguire quell’ossessione che risponde al nome di America’s Cup. Tecnologica e frutto del lavoro congiunto di eccellenze italiane, con 70.000 ore di lavoro per costruirla e a bordo per la prima volta anche i ciclisti a dare energia.

Ieri è stato il giorno di festa per il team italiano con Miuccia Prada a battezzare il nuovo monoscafo foiling che dal molo Ichnusa di Cagliari cercherà il vento giusto nelle acque di Barcellona a partire da fine agosto per cercare di portare in Italia quella Coppa America che ormai è diventata quasi una chimera. Sono passati tanti anni dalla prima avventura nel 2000 conclusa con la Louis Vuitton e la cocente sconfitta coi neozelandesi, tante barche, qualche delusione, ma anche il trionfo in Prada Cup del 2021 e un’altra sconfitta sempre con i Kiwi, detentori e sempre un passo avanti a tutti per vocazione. Eppure per un popolo di navigatori, il sogno della Coppa America rimane vivo e inseguirlo è un obbligo oltre che un dovere. Addirittura un accanimento, come Patrizio Bertelli non nasconde: "Abbiamo lo stesso entusiasmo, anche se sono passati 25 anni. Questo è un gioco abbastanza strano, c’è bisogno di accanimento. Nel senso di raggiungere un obiettivo. La passione c’entra poco. Abbiamo scelto l’argento, non è un richiamo al passato ma un colore che ci appartiene. Le vele ad esempio saranno nere, sappiamo come distinguerci."

La decima Luna Rossa lascia a bocca aperta, ma dovrà essere anche veloce ed efficace. Lo sa bene Max Sirena, Skipper e Team Director della realtà italiana che alla sua ottava Coppa America (due vinte, ma mai con la Luna) guarda con determinazione alla nuova sfida: "E’ bella e normalmente le barche belle vanno anche veloce. È la più bella di tutte e non me ne voglia Bertelli. La sconfitta di Auckland ci è servita, non dico che vinceremo automaticamente, ma impariamo dagli errori. A Barcellona ci saranno condizioni di onda lunga, differenti dalla Nuova Zelanda e il prototipo da cui deriva questa barca ha mostrato di saper adattarsi bene, anche se non credo mai ad uno scafo adatto ad un solo tipo di condizione".

Sia Sirena che Bertelli sono sicuri che il team che scenderà in acqua a fine agosto per sfidare gli altri Challenger (Ineos Britannia, Alinghi, Orient Express, American Magic ed eventualmente New Zealand) abbia il giusto mix: "Abbiamo un grande parterre di velisti. Sono tutti titolari, non c’è una panchina. Avere l’esperienza di Spithill e di Bruni, unita all’esperienza olimpica e mondiale di Tita e il talento giovanile di Gradoni è una fortuna. Oggi è solo l’inizio del cammino che ci porterà a cercare di vincere la Coppa. Scelte? Dopo Jeddah c’era malumore ma è normale, non mi interessa. Abbiamo tutti un solo obiettivo, per Luna Rossa e per i colori che portiamo."

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