Sulla scia di Parigi. Fahr, arriva un’altra sfida: "Il volley sfrutti quest’oro. Milano? È da scudetto»
Via al massimo campionato femminile con l’Imoco Conegliano favorita d’obbligo. La centrale azzurra riparte dai successi ai Giochi Olimpici e in Supercoppa Italiana. "In Francia un risultato storico, me la sono goduta. Velasco? Ci ha dato stabilità".
Dalle sue difficoltà ha costruito un modus operandi, un’arte di rialzarsi. Da quelle ceneri Sarah Fahr, speaker dello Spettacolo della Salute di Milano, è risorta, cresciuta ed è arrivata all’agognato oro olimpico con la Nazionale.
Quanto è importante evitare la sedentarietà?
"Non riesco a immaginare una vita senza fare attività, sono cresciuta facendo sport e se mi capita di non fare niente, sento che manca qualcosa. Nei giorni liberi cerco di muovermi, mi fa stare meglio. Se una giornata parte male, muoversi, giocare mi dà pensieri positivi. Credo aiuti dal punto di vista mentale, è il punto focale su cui si basa il benessere di ognuno".
Nel suo discorso al Festival della Salute ha parlato di rialzarsi come forma d’arte…
"Se non fossi riuscita a gestire certe situazioni, forse, non sarei più una giocatrice. L’arte di rialzarsi è vedere la vita in modo che tutto quello che succede, accade per un motivo e da questo si può imparare. Sono giovane, ho avuto infortuni abbastanza gravi (due volte rottura del crociato, ndr): però ci sono cose molto più pesanti nella vita e bisogna sempre cercare di vedere il lato positivo".
Il percorso l’ha portata a Parigi: cosa rappresenta l’oro?
"Per il volley italiano è un grande passo, un’onda da cavalcare. Ciò che abbiamo fatto è frutto di anni di lavoro. Siamo spesso state sulla bocca di tanti, sia per cose positive che negative e in qualche modo è sempre mancato qualcosa. Quest’anno c’era qualcosa di magico nell’aria. Ognuna aveva motivazioni sia personali che di squadra, abbiamo lavorato ed espresso ciò che siamo, cosa che forse non siamo sempre riuscite a fare. La medaglia dà il senso a tutto, ai sacrifici, a quello che è dietro le quinte. Me la sono goduta, è stato bello stare con le ragazze o quando facevamo le riunioni per tranquillizzarci. È stato unico il torneo. Mi è piaciuto il modo con cui l’abbiamo affrontato, vivendo un momento alla volta".
Cosa l’ha colpita del gruppo? "Ognuna ha dei punti di forza e caratteristiche particolari. Siamo state brave a essere lucide, le Olimpiadi portano responsabilità e si rischia di paralizzarsi. Non è successo, siamo state brave".
E di Velasco?
"La sua autorità: è arrivato in un momento in cui la squadra aveva bisogno di stabilità e di ritrovarsi. Lui e lo staff sono stati bravi, Velasco ha fatto dei discorsi, dicendo cose non rivoluzionarie, ma dette al momento giusto hanno avuto potere. Ci ha fatto credere in noi, spronato e fatto vivere con serenità le Olimpiadi, le abbiamo normalizzate. Mi ha ricordato che viversi il momento è fondamentale".
Ha paura della popolarità?
"Dobbiamo fare attenzione, il risultato raggiunto è storico. La medaglia porta effetti mediatici e tanti impegni. È fondamentale sfruttare il momento, è l’occasione per far crescere la pallavolo. Dobbiamo ricordarci che siamo arrivati qui con lo sport: bisogna trovare l’equilibrio. L’Imoco lo fa e pure noi atleti, io sono a tranquilla, so gestirmi".
Ha vinto quasi tutto, se ne rende conto?
"Il mio fidanzato me lo ricorda (ride, ndr). È brutto da dire…le cose che mi stanno accadendo le sto valorizzando poco. Giochiamo continuamente, ogni volta che arriva un obiettivo, subito si pensa al prossimo. In futuro capirò tutto, sono in un vortice che mi porta a volere sempre di più".
Conegliano è la favorita?
"È cambiato molto il roster e questo porta ad equilibri nuovi.
Dobbiamo migliorare per portare a casa il prossimo obiettivo, il Mondiale per club. Milano, Scandicci e Novara possono dire la loro, ma nel nostro campionato in ogni partita può succedere di tutto, bisogna essere concentrate".
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