Un leader silenzioso. Vitelli ha Milano nel cuore: "Ora ci sono le semifinali e io darò tutto il mio aiuto»
Il centrale dell’Allianz per gran parte della stagione è stato poco utilizzato. L’operazione al menisco di Piano gli ha dato l’occasione di giocare titolare. "Felice di aiutare i compagni, posso dire la mia in questi playoffi di Superlega".
Si dice che la pazienza sia la virtù dei forti. Marco Vitelli lo sa bene. Per gran parte di questa stagione, per scelte tecniche, è stato chiamato poco in causa. Raramente è partito nel sestetto titolare dell’Allianz Milano. In piedi, insieme ai compagni, scrutava i titolari, cercando però di mantenere il suo sorriso da uomo squadra. Mai una parola fuori posto: ha aspettato il suo momento. Piano si è dovuto operare al menisco e così il numero 6 ha iniziato a giocare e partita dopo partita, anche da quando il centrale astigiano si è ripreso, ha preso più confidenza e ha alzato il livello, dimostrando ottime doti a muro e al servizio. Fa così parte di un gruppo in cui tutti sono indispensabili e lo saranno verso le semifinali scudetto.
Avete centrato di nuovo le semifinali..
"Questo era un grande obiettivo, confermarsi non è mai semplice, soprattutto dopo una bella stagione come quella dell’anno scorso. All’inizio questo era il traguardo che ci siamo dati. Ciò non vuol dire che siamo contenti così e ci fermiamo ma dobbiamo essere consapevoli di essere riusciti nel nostro intento".
La forza di questo gruppo?
"Stiamo molto bene insieme, non c’è nessuno che vuole primeggiare sull’altro, siamo al servizio del compagno e della squadra. Stiamo bene anche nello spogliatoio e fuori. Penso che sia un po’ la forza del gruppo. Tutti quanti sanno che se un giorno non riesci a dare il massimo, c’è un compagno che ti aiuterà, che darà qualcosa per te e il giorno dopo magari sarà il contrario. A livello tecnico abbiamo diversi punti forti, una delle cose che facciamo meglio nei momenti in cui giochiamo bene sono muro-difesa, quando ci riesce bene il fondamentale è proprio difficile farci punto".
C’è qualcuno dei suoi compagni che l’ha stupita?
"Reggers, anche mercoledì ha fatto una partita incredibile. Non lo conoscevo, me ne avevano parlato bene, però ecco era il primo anno in Italia ed è un 2003, avevo i miei dubbi. È cresciuto tantissimo, anche in battuta".
Ora Perugia, che serie si aspetta?
"Partite lunghe, abbiamo giocato tre volte e tre volte quest’anno siamo andati al tie-break. Dobbiamo sfruttare la prima partita, perché abbiamo il ritmo gara, avendo giocato fino a tre giorni fa, invece loro si sono fermati un po’ prima. Nei playoff penso che questo sia importante, forse talvolta è un bene andare a gara 5 (ride, ndr)".
In cosa vi metteranno più in difficoltà?
"Il servizio, sicuramente. Hanno dei battitori tra i più forti al mondo, come Plotnytskyi, Leon, anche Ben Tara, Giannelli".
Sono dei playoff diversi: l’anno scorso non li giocò da titolare…
"Sì…dopo un campionato non da titolare, anzi sono state molto più le partite “da spettatore” che quelle che ho giocato, aspettavo di dire la mia ed è arrivato in un momento…penso il più importante del campionato e sono felice di aver aiutato la mia squadra ad arrivare in semifinale".
Come si vive dalla panchina? "Ho sempre lavorato tanto, anche in palestra e in allenamento non è cambiato il mio modo di fare. Sono soddisfatto che nel momento del bisogno mi sia fatto trovare pronto".
Il bilancio di questi due anni? "Positivo. Milano negli ultimi anni non era mai arrivata in semifinale scudetto, l’abbiamo fatto due volte e lo stesso in Coppa Italia con le Final Four. Sono stato bene, pensavo di poter fare meglio in Cev Cup, è l’unico rammarico. Questo è un gruppo che è uscito dalle situazioni no, anche se in vari momenti, sia quest’anno che l’anno scorso non è stato semplice, abbiamo avuto pure noi problemi, ma ci siamo sempre rialzati".
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