Un Tedeschi Superfelice. "Il primo trofeo con la Effe un’emozione indescrivibile. La serie A? Ci proveremo»
Il numero uno torna sulla Supercoppa vinta a Livorno: "La tensione era altissima. Ho avuto paura del ritorno di Orzinuovi, ma Cagnardi e i ragazzi sono stati grandi".
L’emozione per la vittoria, la soddisfazione di un successo che deve essere solo un punto di partenza, la voglia di dedicare al popolo della Effe e alla famiglia, il primo trofeo dell’era da presidente. Stefano Tedeschi parla del trionfo di un gruppo, di uno staff, di una società, di una tifoseria appassionata. Tutti insieme vogliono continuare a sognare.
Presidente, iniziamo dalla fine, vale a dire dalla Supercoppa alzata a Livorno da capitan Fantinelli.
"E’ stata un’emozione grandissima che non pensavo di provare. Una gratificazione per il lavoro svolto e per un pubblico straordinario che ci segue sempre con passione".
Cominciamo da chi è andato in campo.
"Beh, i ragazzi sono stati fantastici, ho visto un gruppo coeso che marcia compatto nella stessa direzione e che in campo ha dato tutto, con lo spirito giusto, quello che i nostri tifosi vogliono vedere in campo. Merito di chi ha giocato titolare, ma anche di chi è entrato dalla panchina e da chi li ha saputi guidare, in primis coach Devis Cagnardi, con la stessa sapienza che il coach e Nicolò Basciano, coordinati da Alibegovic, hanno avuto nello scegliere i giocatori e fare la squadra".
Alle spalle di una squadra forte e di uno staff di qualità c’è una società forte, come ha sottolineato coach Cagnardi.
"L’ho ringraziato per le sue parole, dietro al lavoro in campo c’è quello della società. Questa è una vittoria che condivido con tutti i soci. Ricordo i commenti extra di qualcuno un anno fa quando siamo partiti. C’è stata grande compattezza e a parte qualche movimento di quote, che ha confermato aspetti positivi, vale a dire che c’è voglia di investire e credere in questa società, c’è sempre stata la volontà di andare avanti con decisione tutti insieme".
Che dire poi del popolo che vi segue, domenica dopo domenica?
"Spesso i tifosi mi dicono grazie, ma sono io che dico grazie a loro per la passione che ci mettono, sono sempre lì pronti a incitare e a far sentire il proprio calore alla squadra in casa e in trasferta".
La conferma è arrivata anche dalla campagna abbonamenti.
"Assolutamente, già adesso siamo oltre i 4.200 (oggi per altro è l’ultimo giorno per abbonarsi, ndr) e con quelli di soci, consociati e sponsor siamo a circa 4.500, numeri straordinari. A Livorno i dirigenti federali che mi chiedevano come andavamo con gli abbonamenti, quando ho riportatole la cifra sono rimasti stupiti. Siamo un pubblico da serie A, la nostra gente lo merita. Tutti ci invidiano i nostri tifosi che, anche a Livorno, sono stati straordinari facendo il tifo e trascinando la squadra, ma pensando solo a incitare i ragazzi in campo".
Che sapore ha il primo trofeo da presidente?
"Davvero speciale, si lavora tanto, la partecipazione e la tensione sono altissime, onestamente sono passato dall’euforia quando la sfida sembrava indirizzata, al timore dopo la rimonta di Orzinuovi, alla gioia finale. A tal proposito devo fare i complimenti ai nostri avversari e al loro presidente, davvero bravi: hanno tutto per essere protagonisti nel prossimo campionato di A2".
Meglio da dirigente o da semplice tifoso?
"E’ diverso seguo la Fortitudo dagli anni Settanta. Si soffre in tutte e due i modi. Ma da presidente si sente più la responsabilità sulle spalle".
Orzinuovi possibile protagonista, ma protagonista punta ad esserlo anche la Fortitudo.
"Sappiamo tutti quelle che sono le nostre potenzialità e le ambizioni. Sarà una stagione lunga e difficile, ci sono tante ottime squadre in questa A2, noi ovviamente faremo il massimo, sperando di divertirci fino alla fine".
Si alza l’asticella puntando alla serie A?
"La concorrenza è di alto spessore, il mio compito è quello di fare da pompiere, ma ripeto vogliamo fare il massimo; certo che (sorride, ndr) se il buongiorno si vede dal mattino…".
Presidente ha una dedica speciale?
"Vorrei dedicarla a tanti. A chi c’è e ci segue sempre con passione, a chi non c’è più ma che ha sempre avuto nel cuore la Fortitudo. Uno? Ruben Douglas a ottobre lo ricorderemo col ritiro della maglia, ma ce ne sarebbero tanti altri. Infine…"
Dica?
"Una dedica speciale va alla mia famiglia, e in particolare alla mia nipotina Nicole sempre presente insieme a me a vedere i nostri ragazzi in campo".
Cuore di presidente, cuore di nonno.
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