Il saluto di Datome. "Fatto un viaggio pazzesco e mi sono divertito tanto Ora pensiamo al Mondiale»

L’amichevole della nazionale contro Portorico è stata l’ultima gara in Italia. Il capitano dell’Olimpia si ritirerà dopo la rassegna iridata in Giappone . "Sono grato alla FIP, a coach Pozzecco e alla squadra per questa estate azzurra".

di SANDRO PUGLIESE -
15 agosto 2023
"Fatto un viaggio pazzesco  e mi sono divertito tanto  Ora pensiamo al Mondiale"

"Fatto un viaggio pazzesco e mi sono divertito tanto Ora pensiamo al Mondiale"

di Sandro Pugliese

Gigi Datome sta vivendo un’estate da leggenda. La scelta di ritirarsi dopo il Mondiale che giocherà con l’Italia ha reso davvero la sua ultima avventura azzurra speciale. L’amichevole a Ravenna contro Portorico è stata la sua ultima partita giocata sul suolo italiano, visto che dal 17 la squadra si avvicinerà all’Estremo Oriente per gli ultimi giorni di raduno che si terrà in Cina, prima di giocare il Mondiale nelle Filippine.

È stata organizzato il ’’DatHome Day’’, una grande festa per celebrare il momento PalaDeAndrè esaurito e tutti i componenti della federazione vestiti con una speciale t-shirt con il numero 70 (addirittura Pozzecco ha allenato tutta la partita con questa maglietta). Un’ovazione continua, fin dal riscaldamento, la partenza nel quintetto titolare, la tripla realizzata (suo marchio di fabbrica) dopo 4’20’’ e un finale speciale quando tutto il palasport si è alzato in piedi a celebrarlo a 1’20’’ dal termine quando ha segnato il suo ultimo tiro libero ’’italiano’’ con una significativa sostituzione con Nicolò Melli, che ne erediterà il ruolo di capitano nel futuro.

Datome ripercorre la sua vita azzurra: "All’esordio il 2 giugno del 2007 non avevo neanche 20 anni, ora ne ho 35, sono padre di famiglia, è stato davvero un viaggio bellissimo. Mi sono divertito, ho avuto grandi soddisfazioni in tutta la mia carriera. Al basket devo tutto quello che sono, ho conosciuto anche mia moglie grazie alla pallacanestro (Chiara Pastore, ex play con 50 presenze in Nazionale, ndr)".

La serata è stata un crogiuolo di emozioni dal primo all’ultimo momento confessa: "Durante l’inno mi sono commosso, mi sono reso conto davvero che era l’ultima volta che lo sentivo da giocatore in casa. E’ stata una giornata di tante ultime volte, vedere tutti quei cartelli con il mio nome durante la gara è stato emozionante".

Con tanto di festa finale scatenata dopo il suo ultimo tiro libero segnato. Datome dice ridendo: "C’era pressione incredibile sul quel tiro, non potevo sbagliarlo. È stata una bellissima festa, abbiamo anche vinto molto bene (98-65, ndr). Ora, per fortuna, possiamo subito rimettere il focus sul campo, perchè la festa è stata bella, ma non è finita, voglio rendermi utile alla squadra per questo Mondiale, prima di passare a svolgere il mio ruolo di dirigente all’Olimpia Milano".

Quella azzurra è una squadra giovane, che, per il momento ha vinto tutte le amichevoli, mostrando anche nuovi volti in azzurro con Melli vero totem della squadra: "Vedo un’identità e gerarchie chiare - racconta Datome - l’atteggiamento è quello giusto sin da inizio raduno e in campo si vede. Ragazzi seri, ambiziosi, che hanno il giusto rispetto dei ruoli, ma scalpitano per prendersi quello che meritano. Il futuro dipende tutto da loro. Mi auguro che questi ragazzi si possano ritagliare un’emozione grande che io non ho mai vissuto con la Nazionale. Se poi ci riusciamo quest’estate ovviamente è meglio" scherza Datome che non ha mai vinto una medaglia con gli azzurri.

Un finale di carriera da sogno: "Non potevo chiedere di più, aver vinto lo scudetto con l’Olimpia da protagonista in gara 7, ora poter giocare un Mondiale, vuol dire lasciare al livello più alto possibile. Mi rendo conto di essere molto fortunato ad avere questa opportunità, anche se certamente c’è del merito, perchè in questi anni il lavoro e l’impegno sono stati costanti e giornalieri. Sono molto grato alla FIP, a coach Pozzecco, a tutta la squadra, perchè avere come ultimo ricordo della carriera un’estate azzurra è la cosa più bella che si potesse desiderare".

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