Olimpia, la crisi è di nervi: "Perché una partita così?"

L’amarezza di Messina dopo la finale di Coppa Italia persa contro Napoli "Abbiamo giocatori esperti eppure siamo sconnessi. Altro passo indietro" .

di SANDRO PUGLIESE
20 febbraio 2024

Olimpia, la crisi è di nervi: "Perché una partita così?"

Il day-after dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia è molto cupo. Quella che sembra una stagione maledetta ha avuto l’ennesimo intoppo, con un ko inaspettato non tanto per il valore degli avversari, quanto per la qualità delle partite che aveva preceduto la finale. Milano sembrava aver trovato la strada giusta, spazzando via Trento e Venezia con due match di grande solidità già decisi nel primo tempo, facendo capire di non voler fare prigionieri nella competizione. E quando il successo sembrava più semplice (senza più la Virtus Bologna, la capolista Brescia e la solida Venezia) ha distrutto tutto quel che aveva costruito a livello di crescita negli ultimi mesi.

Le sei vittorie consecutive in campionato (9 nelle ultime 10) non se le ricorda più nessuno, il doppio +23 con Trento e Venezia alla Final Eight neanche. Sono le finali quelle che relegano le squadre negli albi d’oro e questa Olimpia ha fallito quest’anno per l’ennesima volta in cui c’era qualcosa in palio. Una stagione maledetta, ma la sfortuna c’entra relativamente: sono i protagonisti a generare risultati. Non è questione di dare colpe o meno ai singoli, la squadra non ha saputo sostituire chi stava giocando male, nè cavalcare ancor di più chi stava giocando bene. Non ha mai trovato uno spartito lungo il quale definire il suo ritmo della partita. Quello che di solito le squadre forti fanno, a maggior ragione in queste occasioni. L’Olimpia avrebbe potuto dare una svolta vincendo il trofeo, al contrario il meritato successo di Napoli l’ha fatta precipitare di nuovo nelle tenebre. Così coach Ettore Messina: "Era un titolo, era importante, e dopo due prove molto buone non c’era ragione di giocare una gara così". L’allenatore biancorosso va avanti nell’analisi: "Abbiamo scelto il giorno sbagliato per fare passi indietro importanti nella qualità del gioco. La difesa è stata mediocre se non a sprazzi".

In attacco, invece, "abbiamo palleggiato e passato in modo preoccupante, soffrendo tantissimo la loro aggressività sulle nostre guardie. Siamo andati sempre a rimorchio, con la sensazione che bastasse poco per ribaltarla, ma senza mai farlo". Il paradosso è stato che proprio quando sembrava essere arrivato il colpo del campione (la bomba di Shields del +1 a -30 secondi dalla fine), è arrivato il canestro “pazzo“ di Pullen a cambiare di nuovo le carte in tavola in un turbinio di emozioni: "È chiaro che quando giochi così significa che c’è qualcosa di sconnesso – continua Messina – e sarebbe interessante capire, trattandosi di una squadra costituita da giocatori per lo più esperti. Purtroppo, è il leit-motiv di tutta la stagione. Appena facciamo dei passi avanti, torniamo indietro. E questa volta è successo dopo due buone partite, è un passo indietro che brucia tantissimo".

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