Altalena Virtus. Polonara da applausi. Rebus Zizic e Lomazs
La maglia azzurra ha dato fiducia ad Achille, ora in grande crescita. Il centro croato e la guardia lettone faticano a integrarsi nel sistema.
Giovedì l’Olympiacos al Pireo, domenica Milano alla Segafredo Arena. E per chiudere una sorta di trittico di sfide al top, il Real Madrid capolista, il 15 marzo, in Fiera. Non mancano le motivazioni a una Virtus che vuole restare ai vertici tanto in campionato (dove al secondo posto è stata raggiunta dall’Olimpia Milano e dalla Reyer Venezia) quanto in Eurolega, dove occupa la terza piazza insieme con Panathinaikos Atene e Monaco.
L’ultima trasferta, a Sassari – in attesa di Shengelia e Dobric – ha evidenziato alcune differenze macroscopiche di rendimento, tra chi si è lasciato il periodo nero alle spalle e chi, invece, non riesce ancora a incidere come potrebbe e dovrebbe.
Alla voce ‘in’, senza ombra di dubbio, Achille Polonara. La maglia azzurra e la promozione a capitano (in assenza di Melli) sembra aver accelerato la crescita di un ragazzo che, all’inizio di ottobre, ha dovuto fermarsi per bloccare una neoplasia testicolare. L’agilità di Achille si fa sentire in difesa – tra rimbalzi e stoppate – e, in attacco, sta ritrovando quel tiro dalla lunga distanza che, proprio in occasione dei mondiali, era stato una sorta di problema insormontabile.
Per un Achille che si è ripreso la scena, ecco il minutaggio contenuto – segno di poca fiducia – di Zizic e Lomazs. I due possono contare su un’attenuante generica, perché si sono uniti al gruppo all’inizio di gennaio quando la Virtus alle spalle aveva tre mesi di logiche ed equilibri che hanno portato a un’identità di gruppo ben precisa. Non è facile per nessuno entrare in corsa, ma è innegabile prendere atto di quanto il centro croato e l’esterno lettone stiano facendo fatica.
Che Ante, per ora, non sia un valore aggiunto, lo dimostra anche la scelta di Banchi nel quarto di finale di Coppa Italia. Zizic è rimasto confinato in tribuna (nonostante Dunston nel primo quarto fosse stato in balia del giovane Faye). Poi otto minuti contro Valencia, nonostante la rinuncia a Shengelia per la distorsione alla caviglia, sei a Sassari: quattordici minuti nelle ultime tre gare non sono le cifre di un lungo che, sulla carta, potrebbe ambire allo starting five. La maestria di Dunston è superiore, la duttilità di Mickey un valore in più: Zizic deve accelerare il periodo di rodaggio e apprendimento.
Stesso discorso per Lomazs, che contro Valencia non era nemmeno nei dodici. A Sassari sette minuti – e un errore in un libero in un momento importante – che cozzano contro la bella prova mostrata in Nazionale. Contro la Spagna, Rihards ha segnato 18 punti aggiungendo anche 7 assist. Ecco, è l’indotto del quale avrebbe bisogno Banchi per concedergli più minuti in maglia bianconera. Arma importante con la maglia della Lettonia, fin qui spuntato in bianconero. Ma Banchi lo conosce bene e prima o poi dovrebbe scoccare la scintilla giusta anche in bianconero.
Infine capitolo Shengelia e Dobric. Filtrano buone sensazioni per un eventuale recupero in vista della trasferta ad Atene. E già oggi, in palestra, si potrebbe capire se i due parteciparanno al viaggio in Grecia o resteranno a guardare i compagni da casa.
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