Dusko Ivanovic e il suo sistema: disciplina e seconde chance alla Virtus
Dusko Ivanovic applica un sistema disciplinato alla Virtus, offrendo seconde chance ai giocatori per migliorare.

Dusko Ivanovic, 67 anni, allena la Virtus dallo scorso dicembre (Schicchi)
Chiamatelo, se volete, sistema Ivanovic. Che è quello noto, di un allenatore duro, esigente. Che parte dalla difesa. E che in campo pretende la massima energia, cercando di limitare gli errori. Chi sbaglia, con Dusko, paga. Non ci sono multe, è chiaro: ma chi sbaglia approccio o commette errori clamorosi finisce in panchina. Come tanti altri coach, fin qui. Ma Dusko, forse, fa qualcosa di più. Chi sbaglia paga e finisce in panchina. Ma quelle di Ivanovic sono decisioni contingenti, non sentenze inappellabili. Ecco, la chiave è proprio qui: il tecnico montenegrino osserva il lavoro dei suoi ragazzi e il linguaggio del corpo.
E un’altra chance la concede. A tutti, ma proprio a tutti. C’è chi coglie l’occasione al volo. E chi, al contrario, continua a reiterare l’errore. In questa seconda casistica, di fatto, possiamo inserire Rayjon Tucker e Andrejs Grazulis. Che non a caso hanno fatto le valigie, andando a cercare fortuna. Diverso il discorso per Riccardo Visconti, che una vera chance non l’ha mai avuta. E ha preferito cambiare aria perché a 26 anni, la voglia di giocare è forte.
Nella casistica rientrano tutti gli altri. A cominciare da Justin Holiday che, dopo un periodo di oblio, ha avuto due chance. E le ha sfruttate al meglio (più a Barcellona che l’altra sera). Difficile che questo basti per strappare un prolungamento di contratto in scadenza il 30 aprile (situazione oggetto di valutazione), ma lo statunitense qualche minuto da protagonista l’ha offerto.
Tra chi ha beneficiato maggiormente dalla cura Ivanovic è Ante Zizic. Pivot vecchio stampo, per stazza e inclinazione, in difficoltà in un basket moderno nel quale il centro non sempre viene tenuto in considerazione. Ma Ante, che ha i suoi limiti è chiaro – diversamente con quei centimetri giocherebbe nella Nba –, ha saputo valorizzare al meglio le proprie doti. E in certi frangenti è un valore aggiunto. All’inizio ha faticato pure Hackett. Adesso Daniel è tirato a lucido, morde in difesa e in attacco si fa trovare pronto. Un’alternativa per una regia bianconera – pensando anche a Pajola – nella quale cancellare il cervello rivale è la parola d’ordine.
Situazione simile per Nicola Akele che, dopo aver passato intere partite in panchina, ha dimostrato di poter essere utile alla causa. Corregge e recupera, Dusko, che in squadra può contare su due fedelissimi. O comunque su due elementi che conoscono metodi e strategie fin dai tempi di Vitoria, Toko Shengelia e Achille Polonara. Toko è il più fedele alla linea, Achille il più estroso ed estemporaneo. Ma loro, come i compagni, sembrano aver stretto un patto.
Dopo la figura discutibile di Belgrado, la Virtus si è guardata in faccia. I giocatori hanno capito e cambiato registro. Adesso il primo obiettivo è quello di chiudere al primo posto la regular season. Poi, nei playoff, ci sarà il tempo per alzare il livello dell’asticella.
Notiziario. Due giorni di riposo alla squadra, che tornerà in palestra domani. Virtus infine multata di 1.200 euro, dopo la gara con Brescia. Mentre per sabato la Prefettura di Pistoia ha vietato la vendita dei biglietti ai residenti nella provincia di Bologna.
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