Polonara, gioie e futuro: "Mi manca lo scudetto, ma con la Virtus si può..."

L’intervista "Sto bene. Gli esami clinici sono perfetti e l’operazione è un ricordo. Ho perso tre finali tricolori e credo sia arrivato il momento di cambiare la storia". .

di MASSIMO SELLERI -
26 aprile 2024
Polonara, gioie e futuro: "Mi manca lo scudetto, ma con la Virtus si può..."

Polonara, gioie e futuro: "Mi manca lo scudetto, ma con la Virtus si può..."

Gli occhi di Achille Polonara sono quelli di chi ha ricevuto una bella notizia e non vede l’ora di raccontarla. Non c’è solo il campo a dire che la paura legata a una neoplasia a un testicolo è alla spalle, ma anche il "follow up" previsto dai protocolli conferma quanto ci dice la pallacanestro giocata.

"Sta andando tutto bene – racconta Polonara –. Gli ultimi esami di controllo erano in ordine e quindi sono molto felice. Sono contento anche del fatto che il contributo che sto fornendo alla Virtus sta aumentando. E se all’inizio facevo fatica, perché non ero al top della forma, adesso mi sento come se non avessi avuto nulla. Questo penso sia importante per me e per la squadra".

Tutte le realtà nelle quali ha giocato non le hanno fatto mancare importanti dimostrazioni di affetto. Cosa ha lasciato loro per essere così ben voluto?

"Non lo so. Cerco sempre di mettere tutto me stesso in campo e capisco che per noi giocatori il sostegno del pubblico sia fondamentale, quindi cerco di anche di avere un rapporto di disponibilità verso i tifosi dal semplice fare una foto con un bambino a un autografo. Credo che questi due fattori siano importanti quando si rappresenta un club".

E alla V nera che cosa sta dando?

"Per me è un onore giocare in quella che è una delle piazze più importanti d’Italia. A volte è più facile dare il 100 per cento altre volte meno, ma quello che posso garantire è che andrò sempre in campo con l’intenzione di dare il massimo senza risparmiarmi".

Il nono posto in Eurolega è una soddisfazione o una delusione?

"Non è stato positivo perché dovevamo cercare di centrare i playoff per come eravamo partiti. Dopo la sconfitta di Baskonia eravamo molto delusi, ma ora l’unica cosa che possiamo fare è concentrarci sul campionato e il nostro obiettivo deve essere quello di vincerlo".

Come spiega la flessione che avete avuto da gennaio in poi?

"Tutte le squadre hanno un momento di up and down durante la stagione, quello che a volte che ci è mancato è stato un pizzico di convinzione e di fortuna. Ci sono state partite che si sono decise su degli episodi e lì le cose non sono andate nel verso giusto".

C’è qualche cosa che l’ha sorpresa e che non pensava di trovare venendo in Virtus.

"Qui c’è una grande organizzazione, superiore a quella che mi aspettavo perché non è mai facile accontentare tutti. Poi mi ha stupito il calore del pubblico. E’ bello giocare in un palazzo pieno, ma è ancora più bello se si respira pure quella passione che appartiene al nostro pubblico".

Nella sua bacheca personale manca lo scudetto. Questa sarà la volta buona?

"Speriamo: dopo tre finali perse in Italia ho esaurito il non c’è due senza tre per cui vorrei conquistarlo e sarò molto più agguerrito di prima per raggiungere la finale e poi per vincerla".

Sua moglie Erika è una ex judoka. Commenta le sue prestazioni?

"Sempre. Se la partita va bene il suo giudizio è sintetico e a volte si limita a un semplice bravo. Se ho giocato male e se abbiamo perso allora il commento è più articolato, ma in entrambi i casi la cosa finisce lì. Una volta esaurito non torniamo mai sull’argomento".

Come è possibile essere avversari così battaglieri nei club ed essere poi così compatti in nazionale?

"In nazionale siamo quasi una famiglia. Ci affrontiamo da tanti anni e giochiamo insieme da così tanto tempo che ormai siamo abituati a cancellare tutto quello che succede in campionato quando vestiamo la maglia azzurra".

Programmi per l’estate?

"Intanto spero di portare lo scudetto a casa e poi spero che di essere molto impegnato con la nazionale andando alle Olimpiadi".

Durante i raduni azzurri le mancano i suoi due figli Vitoria e Achille junior?

"Tantissimo, ma questi sono gli ultimi anni che posso dare un contributo alla causa dell’Italia e sono convinto che quando spiegherò loro perché in estate non ero a casa con loro capiranno. Quando nel 2022 è nato Achille io ero impegnato agli Europei e l’ho potuto prendere in braccio solo 10 giorni dopo che Erika aveva partorito. Un domani quando gli racconterò questa cosa sono certo che ne comprenderà il motivo".

Lei è nato nel 1991, eppure non è tra i più anziani nel roster bianconero. Sorpreso?

"E’ una cosa strana. L’anno scorso a Kaunas ero il più vecchio e mi ero preoccupato, quest’anno sono sollevato perché non solo non lo sono più, ma anche perché vedo che cosa sta facendo chi ha più anni di me. Ho la fortuna di essere in un gruppo esperto dove in tanti hanno vinto molto e sanno cosa bisogna fare per vincere e insieme proveremo a farlo anche in questo finale di stagione".

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