Virtus, orgoglio e silenzio. Stop alle polemiche con i fischietti: Banchi cerca altri protagonisti

Ore 20,30: al Forum di Assago il confronto che può assegnare lo scudetto. I bianconeri provano a costruire l’impresa per allungare ancora la serie. e costringere l’Olimpia all’eventuale bella di domenica alla Segafredo Arena.

di MASSIMO SELLERI -
13 giugno 2024
Stop alle polemiche con i fischietti: Banchi cerca altri protagonisti

Stop alle polemiche con i fischietti: Banchi cerca altri protagonisti

Concentrata su quella che potrebbe essere l’ultima partita della stagione, la Virtus non vuole perdere tempo e spendere parole sulle polemiche arbitrali per non inciampare in inutili distrazioni. Le Segafredo scende in campo alle 20,30 (diretta Dmax e Nove) ad Assago nella tana di Milano e se i padroni di casa vincono allora sarà festa per il 31° scudetto se, invece, perdono la serie si sposta a Bologna dove domenica si giocherà la quinta gara.

Resta l’amaro in bocca per quella terza partita che la V nera è stata vicina ad aggiudicasi, non riuscendoci non tanto per gli errori arbitrali, quanto perché alcuni punti fissi del gioco bianconero stanno tirando il fiato dopo aver tirato la carretta per tutta la stagione. Le oltre ottanta partite disputate si stanno facendo sentire anche a causa dell’età media della formazione allenata da Luca Banchi che è abbastanza alta soprattutto nei giocatori di maggior talento.

Tra gli altri il solo Alessandro Pajola riesce ad avere un rendimento uniforme, mentre tutti gli altri continuano a viaggiare a corrente alternata, riproponendo quel copione che ha costretto i senatori a stare in campo più del previsto. Il fatto che la Virtus abbia un gioco più organizzato rispetto a quello dell’Olimpia si sta trasformando in un’arma a doppio taglio. Dover aver tentato di dare una identità alla squadra, Messina dal punto di vista offensivo ha deciso di affidarsi alle individualità e la mossa ha pagato anche perché si tratta di mettere al centro del proprio attacco elementi del calibro di Shields e Mirotic, con Melli che è un ottimo collante. La Segafredo, che ha un sistema più corale, sta pagando il fatto che Daniel Hackett non riesce ad un uscire dal momento grigio e che Toko Shengelia e soprattutto Bryant Dunston hanno le pile scariche.

Questo non significa che i bolognesi partano battuti, ma che per uscire vincitori qualcun altro debba in un qualche modo colmare il buco che si è creato oppure che vi sia una reazione d’orgoglio da parte loro.

In gara-tre Jordan Mickey ha dato una grossa mano al reparto dei lunghi e all’attacco in generale, ma da solo non è bastato contro un avversario che può sempre sorprenderti con un giocatore diverso. La foga di questa finali ha fatto anche perdere la giusta dimensione delle cose: sebbene la V nera sia arrivata prima in campionato e anche in Eurolega abbia fatto meglio, Milano è sulla carta più forte avendo allestito un roster con più talento grazie a un budget superiore, e non di poco, rispetto a quello virtussino. La seconda premessa è che l’Olimpia è riuscita a vincere in trasferta la prima partita, e a oggi è questo scivolone interno ad aver messo la Virtus con le spalle al muro.

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