La colonna dell’Atalanta. De Roon, l’indispensabile di Gasp. Sempre in campo, punta Bonacina

Può diventare a febbraio il secondo per presenze a San Siro contro l’Inter nello stadio dell’esordio.

di FABRIZIO CARCANO -
31 gennaio 2024
De Roon, l’indispensabile di Gasp. Sempre in campo, punta Bonacina

De Roon, l’indispensabile di Gasp. Sempre in campo, punta Bonacina

L’Atalanta ha una colonna invisibile: Marten De Roon. Il gladiatore della mediana, l’uomo che per Gasperini deve giocare sempre, dal primo all’ultimo minuto. In campionato, tolta l’unica partita contro il Napoli a novembre saltata per squalifica per somma di ammonizioni, ha disputato tutti i minuti disponibili: 1800 in venti giornate. In Europa League in 5 presenze avrebbe avuto minutaggio pieno se a settembre, nella ripresa della gara casalinga contro il Rakow, non avesse avuto un problema intestinale ad obbligarlo a chiedere il cambio al 62’, facendogli saltare la mezz’ora finale. Anche in Europa, comunque, quattro presenze piene dal primo all’ultimo minuto e un turno di riposo. L’ultima contro il Rakow, a dicembre, quando Gasperini non ha convocato gli 11 titolari per la scomoda trasferta in Polonia con il primo posto già matematicamente conquistato. In Coppa Italia una presenza piena contro il Sassuolo e una a San Siro contro il Milan interrotta al 42’ dopo uno scontro di gioco in area rossonera con il milanista Gabbia, costretto ad uscire anche lui.

Incredibile De Roon, 2354 minuti in campo in questa stagione. Sempre titolare, perché senza di lui l’Atalanta vacilla, soprattutto se Gasp lo sposta dalla mediana: a novembre, in piena emergenza infortuni, il tecnico lo aveva scalato da difensore, ruolo con cui aveva iniziato la carriera in Olanda e il gioco nerazzurro si era inceppato. Bandiera silenziosa De Roon, che da novembre ha la fascia di capitano in attesa del rientro, ormai imminente, di Toloi. Arrivato 24enne nel 2015, quando la Dea era ancora una provinciale che lottava per la salvezza, “San Martino“ era uno sconosciuto pescato nell’Eredivisie olandese dall’Heerenveen dagli attenti osservatori atalantini. È stato il primo vero affare dell’era Percassi: acquistato per appena 1 milione e mezzo. Nei suoi primi sette anni in nerazzurro (con la “pausa“ di un anno al Middlesbrough) 299 presenze, con una media di 43 partite l’anno. Quest’anno è a 27 presenze su 29 ed è arrivato a 326 gare ufficiali in maglia nerazzurra, terzo di sempre dopo aver scavalcato nelle ultime domeniche Doni a 323 e Angeleri a 324. A febbraio, se non avrà infortuni, diventerà il secondo di sempre agganciando Bonacina a quota 331: potrebbe riuscirci il 28 nel recupero al Meazza contro l’Inter, curiosamente nello stadio e contro l’avversario con cui ha esordito in serie A con l’Atalanta il 24 agosto 2015. E dopo, a 33 anni da compiere il 29 marzo, il mediano orange potrebbe mettere nel mirino il record assoluto di 435 presenze della bandiera Giampaolo Bellini. Che potrebbe raggiungere alla fine del campionato 2025-26, a 35 anni.

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