La parabola del belga. De Ketelaere è rinato. L’Atalanta ha vinto l’ennesima scommessa
Altra prova super e doppietta contro la Roma, i bergamaschi lo riscatteranno
La stella di Charles De Ketelaere brilla nel cielo nerazzurro di Bergamo, lontano dal buio delle notti milanesi. Nell’Atalanta che vola sempre più in alto, che ha conquistato virtualmente un posto nella prossima Champions (i bergamaschi dovranno fare appena tre punti nelle prossime tre giornate), e domani si giocherà la prima di due finali, sta facendo la differenza il gioiello fiammingo, tornato a brillare come negli anni di Bruges, quando era un golden boy, un predestinato, ma con ancora tutto da dimostrare.
Due anni fa CDK arrivava al Milan con enormi aspettative, confermate poi un anno dopo, con un’altra maglia, quella dell’Atalanta. Che ha avuto lungimiranza nel credere nel talento di Bruges, facendo di tutto per averlo, dopo averlo seguito per anni. La Dea voleva il giovane De Ketelaere già nell’estate 2020: c’erano contatti intensi con il Bruges, che allora chiedeva 15 milioni per il 19enne biondino appena esploso. La dirigenza nerazzurra lo stava trattando nel luglio 2020, lo voleva per farlo crescere alle spalle di Josip Ilicic, allora 32enne, per poi rimpiazzarlo un paio d’anni dopo. Invece l’improvviso blackout improvviso del fuoriclasse sloveno, risucchiato in un buco nero depressivo dopo la pandemia, ha costretto la Dea a trovare subito un fantasista già pronto ed esperto per sostituirlo, individuato nel russo Aleksey Miranchuk. Nell’estate 2021 l’Atalanta tratta ancora CDK con il Bruges ma il prezzo è salito e i nerazzurri intanto hanno anche un altro obiettivo costoso da realizzare, l’acquisto di Teun Koopmeiners.
Alla fine il talento fiammingo a Bergamo è arrivato, non dal Bruges, ma dal Milan. L’Atalanta non aveva mai smesso di aspettarlo e lo ha preso al momento giusto, a 22 anni, praticamente a costo zero, facendo un affarone, perché alla fine, sommando il prestito oneroso con il già deciso riscatto definitivo dal Milan, a 23 milioni più i vari bonus, il belga costerà in tutto circa 28-29 milioni, la stessa cifra investita la scorsa estate per avere il maliano El Bilal Toure’. Stagione strepitosa quella in nerazzurro di De Ketelaere con 13 gol e 8 assist complessivi tra campionato e coppe. Finalizzatore. Suggeritore. Leader. Guerriero.
È partito subito bene, segnando due gol e piazzando due assist nel primo mese: cambiare maglia e città gli aveva giovato fin dal primo giorno in nerazzurro. Poi il resto lo ha fatto maestro Gasperini con il lavoro quotidiano a Zingonia e la fiducia ogni domenica. Plasmandolo tatticamente, avvicinando alla porta da punta, prima o seconda, in affianco ad un centravanti come Scamacca o con i vari Lookman, Muriel, Miranchuk.
Gasp prima lo ha rilanciato, poi lo ha forgiato. Anche mentalmente. "Gli dico sempre che non deve abbassare la testa se perde un pallone", ripeteva il tecnico in autunno, quando sembrava che il ragazzo non avesse carattere, non avesse attributi. Oggi De Ketelaere è diventato un lottatore, conquista palloni, sgomita, affonda la gamba: gli è rimasta quella faccia da ‘bravo ragazzino’ educato e timido, ma in campo si fa sentire eccome.
Il resto lo sta facendo quel talento che non gli è mai mancato come ha sottolineato Gasperini domenica sera dopo la sua doppietta alla Roma, elogiandolo: "È un ragazzo intelligente che conosce il calcio. Che sappia giocare bene lo sappiamo tutti. Non è difficile con lui trovare le collocazioni, ha fisicità ed ha margini molto molto importanti".
A Bergamo nel maggio 2019 venne realizzato un enorme murale, per celebrare la prima storica qualificazione in Champions, con i volti di Gasperini e dei tre tenori Gomez-Ilicic-Zapata. Probabilmente a fine maggio ne verrà realizzato un altro, con i nuovi tre tenori: Koopmeiners, Scamacca e De Ketelaere. Che l’anno prossimo, senza Koopmeiners, diventerà il leader della Dea in Champions.
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