L’Atalanta è in affanno. Tante gare, titolari stanchi
In due mesi ben diciannove le partite fra campionato e coppa giocate dalla Dea. Giovedì contro il Liverpool servirà recuperare energie, anche mentali e nervose.
L’Atalanta di Gasperini non è abituata a perdere due partite consecutive. La media negli otto anni con Gasp è di due vinte, due pareggiate e una persa ogni cinque, in 371 gare 190 vinte (51%), 89 pareggiate e 92 perse. Negli ultimi due anni su 100 partite 49 vinte, 31 pareggiate e 20 perse. Premessa numerica per spiegare che la Dea raramente ne perde due di fila. Era accaduto a novembre in campionato con le sconfitte contro Napoli e Torino (intervallate però dal pareggio europeo contro lo Sporting Lisbona) ed è poi successo un mese fa, con la doppia sconfitta il mercoledì al Meazza contro l’Inter e quattro giorni dopo in casa contro il Bologna, anche in quel caso giocando ogni quattro giorni come accaduto mercoledì a Firenze in Coppa e domenica a Cagliari.
La Dea sta pagando un dazio fisiologico ad un ritmo di partite da sport americani: dal 25 febbraio dieci partite (considerando anche quella contro la Fiorentina annullata ad un’ora dal fischio d’inizio per la tragedia di Joe Barone), a fine aprile saranno diciannove in due mesi, con in mezzo una sosta per le nazionali che ha portato via 14 giocatori all’Atalanta. Ritmi da NBA, dove si gioca ogni tre o quattro giorni. Tra le italiane solo la Fiorentina ha avuto un calendario così intenso e infatti in campionato i toscani nel 2024 hanno una media da retrocessione. Gasperini, anche per mantenere alta la tensione tra i suoi, non vuole utilizzare il calendario come alibi per le ultime due sconfitte. "La stanchezza? Non deve essere un alibi. È un finto problema. Cambiamo diversi giocatori e a Cagliari abbiamo giocato fino alla fine", ha sbottato il tecnico nerazzurro. Tradito dai cambi.
Gasp nella ripresa a Cagliari ha dato l’ennesima occasione all’esterno olandese Bakker, entrato dopo l’intervallo ma in difficoltà a sinistra, finendo per bocciarlo e toglierlo a cinque minuti dalla fine: tre minuti dopo l’uscita dell’orange però proprio da quella fascia è arrivato il cross di Luvumbo per il raddoppio di Viola. Davanti i due subentrati hanno fatto malissimo: De Ketelaere, dopo due settimane fermo per il problema all’adduttore, non aveva la gamba, mentre Toure’, tornato a febbraio dopo nove mesi di infortunio, probabilmente non ancora in condizione, sbagliando praticamente ogni pallone giocato. Davanti l’Atalanta ha cinque attaccanti per due posti e può fare turnover, discorso analogo sulle corsie esterne con cinque laterali per due posti. Ma la coperta si accorcia in difesa, dove peraltro mancherà Scalvini per tutto il mese di aprile, e a centrocampo, dove alla fine giocano sempre gli stessi: Djimsiti e Kolasinac dietro, De Roon e Ederson in mediana, l’insostituibile Koopmeiners alle spalle delle punte. Ora contro il Liverpool servirà recuperare energie, anche mentali e nervose, ma la Dea, imbattuta dopo otto gare di Europa League, ha sempre dimostrato di riuscire a dare il meglio sul palcoscenico internazionale.
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