Un altro gioiello della Dea. Miranchuk, il jolly di Gasp

Il fantasista russo di cui nessuno parla ha faticato nei primi due anni a Bergamo. In questa stagione è esploso e ha da dicembre è stato spesso l’uomo chiave. .

di FABRIZIO CARCANO -
24 marzo 2024
Un altro gioiello della Dea. Miranchuk, il jolly di Gasp

Un altro gioiello della Dea. Miranchuk, il jolly di Gasp

L’Atalanta ha un altro gioiello in casa, quasi nascosto dalla brillantezza dei vari Koopmeiners, De Ketelaere, Scalvini, Ederson, Lookman. È Aleksey Miranchuk, il fantasista russo di cui nessuno parla. L’uomo in più nella Dea invernale, praticamente sempre titolare da dicembre a fine febbraio, quando la squadra nerazzurra aveva infilato il ciclo d’oro da 11 vittorie e un pareggio in 13 partite. In tre mesi Miranchuk sotto traccia ha piazzato 4 assist in campionato, ha segnato due gol e ha deciso con una sua giocata lo scontro secco in Coppa Italia al Meazza contro il Milan.

Giocatore poco appariscente in campo, invisibile fuori non avendo praticamente quasi mai parlato nei suoi tre anni e mezzo italiani. Talento cristallino Miranchuk. Nell’estate 2020, dopo aver fatto benissimo in Champions con il suo Lokomotiv Mosca, lo volevano club britannici e spagnoli di prima fascia: l’Atalanta con cui uno dei suoi blitz a sorpresa riuscì a prenderlo a 14 milioni. Venne preferito all’ultimo al 19enne emergente De Ketelaere, anche lui allora nel mirino nerazzurro: il russo era già pronto a 24 anni, il belga era un esordiente.

E la Dea aveva un’urgenza: trovare un sostituto per Ilicic precipitato nella crisi personale che ha avviato la sua parabola discendente. Porte scorrevoli e destini diversi: Miranchuk ha poi faticato nei primi due anni atalantini, peraltro chiuso proprio da Ilicic, oltre che dai vari Malinovskyi e Pasalic: poco spazio, qualche gol sporadico. La dirigenza nerazzurra ha continuato a credere nel suo talento, girandolo per una stagione in prestito al Torino dove ha fatto bene. La scorsa estate il ritorno a Bergamo, partendo zavorrato da problemi alla schiena, ritrovandosi subito dietro ai vari Lookman, De Ketelaere, Pasalic e Muriel. A inizio dicembre sembrava ancora un oggetto misterioso, poi la solita miracolosa cura rigenerativa gasperiniana a rivitalizzarlo: l’assist a Muriel per il 3-2 al Milan lo ha rilanciato. Da quella partita Miranchuk è diventato un fattore. E da giovedì sera è tornato anche a segnare con la sua nazionale, firmando il terzo gol nella vittoria russa contro la Serbia. Gasp, con un De Ketelaere acciaccato muscolarmente, potrebbe schierare il 28enne moscovita sabato prossimo alla ripresa al Maradona di Napoli.

Seconda punta o terza in un tridente più spregiudicato. Intanto venerdì sera Miranchuk suo malgrado è finito dentro una polemica social innescata dall’ex compagno Malinovskyi: l’ucraino oggi al Genoa ha criticato un post dell’Atalanta che gli faceva i complimenti per il gol segnato con la nazionale russa. Un normale post che viene sempre fatto per ogni atalantino che segna con la propria nazionale. Ma le tensioni della guerra in Ucraina inevitabilmente arrivano anche nel nostro calcio.

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