Amarezza Italiano. "L’ho detto ai ragazzi: così non può bastare. Ma la svolta è vicina»
L’analisi del tecnico: "Il livello in questa Champions è davvero molto alto. Siamo stati bravi a tenere botta, ma è ovvio che dobbiamo tutti dare di più". Su Dallinga: "Quei palloni deve buttarli dentro, ne ha bisogno lui per primo".

Vincenzo Italiano, 46 anni, incita i suoi giocatori contro l’Aston Villa (Schicchi)
Un’altra prestazione convincente, almeno nella prima ora. E un altro viaggio in terra inglese da cui si torna con qualche pacca sulla spalla, zero gol segnati e soprattutto zero punti in classifica.
D’accordo, non ci saranno sempre Liverpool e Aston Villa sulla strada del Bologna. Ma intanto sabato al Dall’Ara arriva il Milan e più dei complimenti serviranno, per l’appunto, i punti.
Mastica amaro Vincenzo Italiano nel ventre del Villa Park.
"Anche oggi – dice il tecnico rossoblù – abbiamo affrontato una squadra molto forte, soprattutto a livello fisico, e abbiamo tenuto botta. Rispetto a Liverpool abbiamo avuto meno palleggio in mezzo al campo e abbiamo cercato di più l’attacco alla profondità: è un momento così, ma la prestazione anche stavolta c’è stata".
Prestazione sì, punti no, qualcosa da imputare all’arbitro forse. "Sul primo gol c’era fallo su Fabbian – protesta il tecnico – e dopo Freuler prende palla piena". Sottinteso: non c’era la punizione che poi McGinn ha trasformato in beffa per Skorupski.
Qui però finisce la fase dell’autocompiacimento e delle recriminazioni e comincia quella del mea culpa.
"L’ho detto ai ragazzi a fine partita – rivela Italiano –. Bisogna che tutti, in primis il sottoscritto, diano qualcosa in più. Se siamo convinti di aver dato il cento per cento allora occorre alzare ulteriormente il livello e curare tutti i dettagli. Perché resto convinto che per le prestazioni che abbiamo fatto in campionato dovremmo avere qualche punto in più. E anche in Champions, se penso alle nostre tre partite, dico che avremmo potuto raccogliere di più. Il livello di questa Champions è davvero molto alto".
Raccogliere, nel calcio, significa soprattutto una cosa: fare gol. Quello che continua a risultare tremendamente indigesto a questo Bologna.
"Peccato davvero non essere riusciti ancora una volta a segnare – dice –. Ma vorrà dire che in allenamento lavoreremo ancora di più su questo aspetto, come già abbiamo fatto in queste settimane".
E se fosse un limite strutturale, e dunque un difetto incorreggibile, degli attaccanti rossoblù? Ancora il tecnico: "Sono convinto che Orsolini, Ndoye, Castro e Dallinga abbiano nelle corde la possibilità di fare qualcosa di diverso davanti alla porta. Intanto è importante continuare a creare occasioni: finché la squadra produce c’è la possibilità di migliorare sotto quell’aspetto".
Fatalmente però si torna ai discorsi fatti già due mesi fa, quando la stagione ufficiale cominciò all’insegna dell’allergia al gol.
"Quando si arriva lì bisogna avere più freddezza e più concretezza – sottolinea –. Bisogna avere la voglia di spaccare la porta, che è quello che adesso più ci manca. Peccato, perché contro una squadra forte come l’Aston Villa la fase difensiva nel complesso l’abbiamo fatta bene. E’ là davanti che potevamo fare qualcosa di diverso".
Resta l’eco di un’altra notte in cui c’è molto da salvare, eccezion fatta che per il risultato: "Tener botta contro avversari come questi e uscire, tra virgolette, a testa alta ci lascia degli insegnamenti che ci possono far crescere".
Ahia, il verbo crescere: segno che questo Bologna ancora non è cresciuto abbastanza.
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