Ballotta, ’uscita’ sicura. "Questo Bologna crescerà, non sarà mai una meteora»

"La Champions spingerà Saputo, che già è solido, a investire di più nel club. Adoro Ferguson. Zirkzee? Unico, ha qualcosa di Mancini e Totti. Con più fisicità".

di ALESSANDRO GALLO -
11 aprile 2024
"Questo Bologna crescerà, non sarà mai una meteora"

"Questo Bologna crescerà, non sarà mai una meteora"

Marco Ballotta ha almeno tre peculiarità che lo rendono unico o quasi. E’ nato nel 1964 (il 3 aprile), l’anno dell’ultimo scudetto del Bologna. E’ cresciuto nel Bologna, senza mai, però, riuscire a mettere insieme almeno una presenza. E’ il portiere più ’regionale’ che esista, avendo vissuto tante esperienze lungo la via Emilia, da Parma a Reggio Emilia e da Modena a Cesena. Senza dimenticare gli esordi tra San Lazzaro e Casalecchio, dove è nato.

Ballotta, ma lei è tifoso del Bologna?

"E’ una squadra che seguo con grande simpatia. E’ il club con il quale mi sono formato. Anche se...".

Anche se?

"Ho fatto parte dell’organico della società nei primi anni Ottanta, mescolando A, B e C. Diverse stagioni, nessuna presenza".

Poi?

"Poi arrivò Gino Corioni. Io ero stato mandato in prestito l’anno precedente al Modena. Corioni lasciò andare tutti i prestiti. Rimasi a Modena, la mia carriera è iniziata lì".

Veniamo al Bologna.

"Scelgo tre aggettivi: spettacolare, inaspettato e concreto. Poi...".

Dica.

"Il Bologna non è lì per caso. C’è un grande lavoro alle spalle. La squadra segue bene le direttive di Thiago. Sartori ha messo in piedi un bell’organico. E la società è solida".

Detto questo?

"Con la Champions ci può essere la svolta. Perché la Champions, lo sappiamo, porta benefici economici. Non era prevista, ma se dovesse arrivare, come mi auguro, penso che spingerebbe Saputo a investire di più. Il Bologna non è una meteora".

Chi le piace di più?

"Dico Ferguson, ma è il gruppo che fa la differenza. Thiago monta e smonta il giocattolo. E il risultato è identico. Gruppo unito e compatto".

Oltre a Ferguson?

"Non dico nulla di originale: Calafiori e Zirkzee".

L’alternanza tra portieri?

"Ecco, non sempre porta bene. Al Bologna sì. Perché?".

Che risposta darebbe, lei che conosce il ruolo?

"Parto da un aspetto. Non ho letto una polemica che sia una. E Thiago tratta i portieri come i giocatori di movimento".

E di solito non si fa.

"Appunto. Cosa significa questo? Che Thiago è stato chiaro. E l’alternanza diventa uno stimolo per entrambi. Skorupski, che è il titolare, sa che deve migliorare sempre. Ravaglia, che sulla carta è il secondo, sa che può essere utilizzato in qualsiasi frangente. E non molla mai".

Zirkzee, diceva.

"Non è un bomber nel senso classico. Gioca per la squadra. Penso che provi più soddisfazione a fare l’assist che a segnare".

Lei ne ha visti tanti di campioni. Le ricorda qualcuno?

"Faccio fatica a fare paragoni. Ha fisicità e velocità. Ma due piedi educati e grande sensibilità. Mi verrebbe da dire Roberto Mancini, per la predisposizione al passaggio. Ma il Mancio non aveva quel fisico lì. E poi...".

Poi?

"Dico Totti. Ma, ripeto, con quel fisico lì...".

Scendiamo e diamo un’occhiata al Sassuolo.

"Il Cagliari e l’Empoli hanno ottenuto vittorie importanti. Il Sassuolo si è buttato via a Salerno. Sono brutti segnali. E se sei in fondo, a questo punto della stagione, non è per caso. Ma perché è mancato qualcosa".

Scendiamo al piano di sotto: Parma.

"E torniamo subito al piano di sopra. Il Parma è destinato a salire in serie A. Ci prova da anni, Pecchia è cresciuto, l’equilibrio è stato trovato".

Il Modena?

"Fatica a segnare. Vedo un po’ di malumori, ma si salverà".

La Reggiana?

"Vicina ai playoff. All’inizio ha fatto fatica con Nesta. Ora ha trovato l’equilibrio giusto".

E il Cesena?

"Finalmente in B. La proprietà americana ha speso molto. E adesso ha raccolto. Torniamo al passato: tante squadre della nostra regione in serie A e B".

Ballotta, oggi, lei cosa fa?

"Con alcuni amici ho rilevato il Castelvetro".

Ha il calcio nel sangue, non trova.

"Provo piacere in quello che faccio, sto bene. Non mollo".

E’ diventato il bomber del Bologna Veterani.

"Ci sarà il memorial Bulgarelli il primo maggio a Portonovo di Medicina. Segnatevi la data e venite a vederci".

Ma i Veterani le chiedono mai di giocare in porta?

"Sempre".

E lei?

"La risposta è la stessa: no. Poi sono contenti. Adesso sono un bomber di professione. E mi diverto ancora".

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