Bellucci dice rossoblù: “Thiago Motta tecnico da studiare, può battere questo Napoli”

E’ una bandiera della Sampdoria, dove ha esordito in serie A. Ma soprattutto del Bologna, di cui ha difeso i colori tra il 2001 e il 2007, vestendo anche i panni del capitano dopo la retrocessione in serie B macchiata da Calciopoli. Prova a diventare una bandiera anche a Cagliari, dove era arrivato da vice di Mazzarri nel 2021, e dove è tornato in estate per allenare l’Under 18 rossoblù. Claudio Bellucci, ex attaccante, è pronto per una nuova avventura: "Ho deciso di fare l’allenatore e a Cagliari ho trovato un progetto stimolante. Allenare l’Under 18 in un club che ha un certo Ranieri sulla panchina della prima squadra e che annovera in rosa quattro ragazzi cresciuti nelle giovanili è un privilegio. Uno, di questi ragazzi, Luvumbo, immagino che a Bologna lo ricordiate ancora per il gol segnato al Dall’Ara". Gli altri, per la cronaca sono Desogus, Obert e Mancosu.

Bellucci, quella partita il Bologna l’ha poi vinta con il gol di Fabbian.

"Ci sono segnali che i calciatori colgono di una stagione che nasce bene. La partita con il Cagliari sembrava stregata e il Bologna l’ha portata a casa. Dovesse vincere anche con il Napoli le cose si farebbero interessanti".

Di fronte però ci sarà una squadra rilanciata dalla vittoria in Champions.

"Vero, ma in campionato il Napoli ha perso con la Lazio ed è reduce da un mezzo passo falso con il Genoa. La pressione, dopo lo scudetto, è tutta sugli azzurri: non dovessero riuscire a sbloccare la partita, potrebbe salire l’ansia. Insomma, non è una partita scontata, il Bologna può lanciare un altro segnale di forza: lo auguro al mio amico Colasanti e collaboratore di Motta. Abbiamo iniziato insieme alla Lodigiani, i nostri figli hanno giocato insieme in una scuola calcio di Roma. Siamo amici di vecchissima data e lasciatemi dire una cosa: Colasante era un centrocampista fortissimo, di fame e ordine. Solo che negli anni 90-2000 a centrocampo in Italia giocavano dei mostri sacri".

Hanno qualcosa in comune Bologna e Napoli?

"Sì, che sono due squadre in evoluzione: il Bologna a causa della rivoluzione di mercato, il Napoli, più che per la rivoluzione per il cambio di guida tecnica. Ma ha due fenomeni come Kvara e Osimhen, da cui dipende".

E il Bologna?

"Dipende da Motta e dal suo sistema. Guardo il Bologna sempre con grande piacere perché non specula sul risultato, prova a giocare sempre e comunque. Thiago è un allenatore da studiare: per come fa giocare la squadra, per i messaggi forti e chiari che ha lanciato in momenti precisi e per le responsabilità che si prende nella gestione della rosa. Intendiamoci: lasciare fuori Orsolini, giocatore più pagato della rosa dopo il rinnovo, e Posch non è banale. Ma lui punta sempre su chi è più in forma".

Il Bologna, però, fatica a segnare.

"Tempo al tempo. Non credo il problema sia l’attacco: secondo me quando Thiago avrà trovato la quadra in mezzo al campo il Bologna ricomincerà anche a segnare. Lo scorso anno è stata la mediana il punto di forza. Avendo perso Schouten e Dominguez un po’ di tempo serve serve e comunque penso che alla fine Orsolini verrà fuori di nuovo. Ha saltato la preparazione, arriverà".

E il Napoli?

"Ha due fenomeni, ma la pressione è un nemico e il Bologna può mandarlo in crisi il Napoli, anche perché con la Juventus ha dimostrato come si deve giocare con una big. Poi certo sappiamo tutti com’è finita. Purtroppo con un episodio che me ne ha ricordati altri dei miei tempi in maglia rossoblù".

A proposito di ricordi, Bologna e Napoli che le riportano alla mente?

"I gol contro Empoli e Juventus in maglia Napoli: sembrava venisse giù l’allora San Paolo. E Bologna...tanta roba, in primis Mazzone, maestro di calcio e di vita: manca".