Bologna, champagne e Champions. Domina e stravince a casa Roma. E’ un capolavoro da quarto posto

El Azzouzi, Zirkzee e Saelemaekers schiantano i giallorossi nello scontro diretto: Motta a +7 su De Rossi. Esplode la gioia dei tremila tifosi rossoblù all’Olimpico: Saputo sotto la curva si batte la mano sul cuore.

di Redazione Sport
23 aprile 2024
Domina e stravince a casa Roma. E’ un capolavoro da quarto posto

Domina e stravince a casa Roma. E’ un capolavoro da quarto posto

dall’inviato

Gianmarco Marchini

Ci sono viaggi che ti cambiano la vita. Quei viaggi per cui il telefono scoppia di fotografie. Il viaggio di questo Bologna è uno di quei viaggi. Qualcosa di indescrivibile a parole: e allora meglio lasciar parlare le immagini. La mezza rovesciata di El Azzouzi, tutta l’orchestra che suona nel raddoppio di Zirkzee, il tocco dolcissimo di Saelemaekers. E ancora: la squadra che nel pre-gara posa con la maglia di capitan Ferguson, Joey Saputo che al fischio finale va sotto la curva battendosi la mano sul cuore. Qualcosa di indimenticabile: istantanee che si incollano al cuore e alla memoria, ricordi indelebili che il tempo non potrà mai lavare via.

Quello del Bologna a Roma è un viaggio che cambia la vita e marchia a fuoco la classifica. Tre a uno: bellissimo - scusate - meraviglioso, netto, anzi totale. Una vittoria che porta a sette i punti di vantaggio sui giallorossi quinti e a otto sull’Atalanta seduta sulla linea di confine che divide la Champions dalla realtà. E’ vero, sia Gasperini che De Rossi hanno una gara da recuperare, ma a cinque giornate dalla fine, il Bologna ha radici profonde nel quarto posto e non si vedono segnali perché questa squadra possa crollare ora. Anzi, viene naturale guardare alla Juve terza, due lunghezze più su. Perché niente è impossibile nel meraviglioso mondo di Thiago. Niente lo è dopo questa partita gigantesca, contro una Roma che, fresca di qualificazione in semifinale di Europa League, sembrava inaffrontabile, specie per un Bologna che arrivava da due 0-0 con Frosinone e Monza. "Ora che hanno la pressione addosso, cambia la musica per i rossoblù", hanno provato a dirlo. Zittiti tutti.

Nel giorno più importante, nella gara più prestigiosa degli ultimi vent’anni, il Bologna costruisce una prestazione fatta di grande calcio, di grande carattere, di grande sacrificio. Una prova totale, una risposta del gruppo alla prima uscita senza Ferguson, capitano di mille battaglie fermato solo da un maledetto crociato. Niente è impossibile nel meraviglioso mondo di Motta e niente è prevedibile. In campo non ci va Fabbian che sarebbe l’erede più diretto di Lewis, né tantomeno Moro o Urbanski che sembravano i più accreditati. No, in campo ci va El Azzouzi che non giocava titolare da due mesi, proprio qui all’Olimpico, e veniva da sei panchine di fila. E proprio come con la Lazio, il centrocampista marocchino va in gol: una mezza rovesciata (14’) su assist perfetto di Calafiori, tornato terzino per un giorno. E’ l’altra mossa chiave azzeccata da Thiago, perché a sinistra il Bologna fa a brandelli la Roma, nell’asse tra l’ex giallorosso e Saelemaekers, tornato ai livelli di quello dello scudetto col Milan. Anzi, forse questo Alexis è ancora più forte, più consapevole. Ispira l’1-0 e ispira anche il raddoppio di Zirkzee. Il 2-0 è il manifesto del calcio thiaghesco. Già, come fiabesco. Un possesso palla di 1’34’’, con ben 34 tocchi fino a liberare il genio di Zirkzee: l’orchestra e il solista, che magia. E la Roma in tutto ciò? Due errori enormi sottoporta di El Shaarawy e Paredes nei primi 45’ e il gol dI Azmoun al 10’ della ripresa. Tutto il resto è Bologna. Tanto, tantissimo Bologna. Lo scavetto di Saelamaekers al 20’ fa piombare l’Olimpico nel silenzio. Si sentono solo i tremila tifosi rossoblù cantare "Bologna, la mia vita te la dedico". Dedica speciale, dedica da Champions.

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