Bologna, è una vittoria da grande. Dallinga e Pobega dominano il Toro. I rossoblù si prendono il sesto posto
Successo pesante dopo una gara in salita: Castro fallisce un rigore all’8’, primo tempo asfissiante dei granata. La svolta nella ripresa: l’olandese entra e segna dopo 44 secondi, bis del mediano. Raggiunto Motta a 28 punti.
Che cosa sia diventato il Bologna, lo definisce Paolo Vanoli nella sua lucida amarezza post-partita. "Contro le grandi squadre, non si può sbagliare". Una grande squadra, appunto: questo è lo status che si sono conquistati i rossoblù, capaci di vincere anche le partite sporche e brutte come quella di ieri al Grande Torino. E’ su questi campi, nel fango di gare così contorte, che si misura la grandezza di un gruppo. Il rigore sperperato da Castro dopo sette minuti, il pressing asfissiante dei granata, il pallone che non riusciva a girare come al solito: sembrava tutto apparecchiato per un pomeriggio grigio. Sembrava, perché questo Bologna ha raggiunto una dimensione che gli permette di trovare sempre la via del risultato.
Non lo diciamo noi, lo dicono i numeri. Intanto i punti: ventotto in sedici gare di campionato, gli stessi della Juventus dell’insostituibile Thiago Motta, raggiunto almeno per un giorno al sesto posto. Stasera i bianconeri giocheranno contro il Monza, certo, ma poi i rossoblù dovranno pur sempre recuperare una gara (a febbraio) con il Milan che, nel dubbio, ieri Vincenzo Italiano si è rimesso alle spalle. La vittoria di ieri è la sesta nelle ultime otto partite di campionato, dove il Bologna ha perso appena una gara dal 31 agosto a oggi, quella in casa della Lazio. E ci resterà sempre il dubbio di come sarebbe finita se Pobega non si fosse fatto cacciare dopo appena trentacinque minuti. Pazienza.
Meglio soffermarsi sul Pobega di adesso, ieri ancora in gol (il secondo in campionato, più un altro in Coppa Italia), ma soprattutto un giocatore dominante, uomo ovunque, predicatore infaticabile del verbo di Italiano che l’aveva allenato allo Spezia e l’ha fortemente rivoluto. Il duo con Freuler è un duo mica da ridere: anzi fa piangere gli avversari che, a turno, si infrangono su questa barriera. E per i pochi che riescono a oltrepassarla, ad aspettarli c’è la coppia Lucumi-Beukema: auguri. E anche qui c’è la conferma dei numeri: quinto clean sheet nelle ultime 6 gare, comprese Champions e Coppa Italia. In porta ieri c’era Ravaglia, ma a un certo punto toccava rileggere la distinta per ricordarselo. Disoccupato, il cinno rossoblù tra i pali.
Il benessere del Bologna si misura anche da questo. Ma lo si vede bene nella crescita dei singoli. Di un Dallinga che forse ha davvero stappato il tubetto del ketchup: l’olandese entra e impiega 44 secondi per piazzare finalmente la prima zampata, su assist di Miranda ed errore di Masina. Miranda, appunto, così come Holm dall’altra parte che si era conquistato il rigore (fallo di Sosa pizzicato dal Var): è il nuovo che avanza, dando il tempo al ’vecchio’ di tornare al top. Come Orsolini e Fabbian, buttati nella mischia dopo l’intervallo, per un Ferguson in calo fisiologico e un Dominguez con meno bollicine. Ieri, poi, mancava un certo Ndoye che Italiano conta di recuperare per la partita di lunedì 30 al Dall’Ara, quando arriverà il Verona. Un Verona consapevole di affrontare una grande squadra.
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