Bologna mezzo vuoto. Il mal di gol in attacco. E la vittoria non arriva
L’ultimo successo di Orso & Co. addirittura il 27 luglio a Valles
Con l’Udinese era toccato per due volte a Ndoye. A Napoli e con lo Shakhtar è stato il turno di Castro. Orsolini aveva già provveduto a mettere la sua firma con l’Empoli e Fabbian lo ha fatto in modo ancora più eclatante mercoledì sera alla prima di Champions. Il problema è che qui non parliamo di gol fatti bensì di gol gettati alle ortiche. E senza i gol è complicato che arrivino le vittorie. Morale: questo Bologna rischia di essersi dimenticato di come si fa a vincere una partita. Cinque partite ufficiali al via della nuova stagione, tra campionato e Champions, e un bilancio di 4 pareggi e una sconfitta. L’ultima partita vera, ammesso che possa essere etichettata come tale la seconda amichevole del ritiro, che ha visto i rossoblù uscire dal campo con una vittoria è stato il Bologna-Caldiero 5-0 del 27 luglio. Partita vera perché durò novanta minuti, a differenza della vittoria per 1-0 col Sudtirol maturata il 3 agosto nel triangolare di Bolzano quando però le due squadre si misurarono sulla distanza dei sessanta minuti. Le amichevoli più ‘toste’ del precampionato, con Asteras, Bochum e Mallorca, hanno confermato l’allergia alla vittoria: pari con greci e spagnoli e ko (pesante) con i tedeschi.
Ora: vincere notoriamente allena a vincere, così come non raccogliere il massimo dei premi anche quando sul campo lo si meriterebbe (è successo alla prima di campionato con l’Udinese e mercoledì con lo Shakhtar) rischia di inculcare un’insana e pericolosa abitudine nella testa degli attori di un film dal copione completamente nuovo. Purtroppo il monumento allo spreco è sotto gli occhi di tutti. Castro, a cui non si può imputare di non essere, agonisticamente parlando, sufficientemente cattivo, tutta quella cattiveria la perde quando si trova a tu per tu con il portiere. Ndoye, lo si è visto anche con gli ucraini, messosi alle spalle l’infortunio muscolare è un valore aggiunto e sa far bene tutto, fuorché centrare la porta. Quella è sempre stata la specialità di Orsolini se non fosse che anche lui si è presentato al via della nuova stagione con le polveri inspiegabilmente bagnate.
Non resta che sperare nel risveglio di Dallinga, che anche con lo Shakhtar ha offerto un ritaglio di partita della consistenza della carta velina. L’acquisto più costoso dell’estate rossoblù non può essere il fantasma fin qui (non) visto. Sennò succede che la riserva della scorsa stagione, Castro, deve fare il titolare. E il titolare annunciato, Dallinga, fare un corso accelerato di serie A: ma dalla panchina.
Massimo Vitali
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