Bologna, peccato originale. Domina, ma sbatte contro Okoye. E’ un pareggio che sta strettissimo

Con l’Udinese i rossoblù creano e sprecano tanto, super il portiere friulano. Nella ripresa gol di Orso su rigore . Skorupski ipnotizza Thauvin dal dischetto, ma Giannetti fa 1-1 di testa su corner. Alla fine il Dall’Ara applaude . .

di GIANMARCO MARCHINI -
19 agosto 2024
Domina, ma sbatte contro Okoye. E’ un pareggio che sta strettissimo

Con l’Udinese i rossoblù creano e sprecano tanto, super il portiere friulano. Nella ripresa gol di Orso su rigore . Skorupski ipnotizza Thauvin dal dischetto, ma Giannetti fa 1-1 di testa su corner. Alla fine il Dall’Ara applaude . .

Più inspiegabile della mucillaggine nell’Adriatico. Si possono fare tante teorie sull’uno a uno del Dall’Ara, ma nessuna sarebbe abbastanza scientifica da spiegarlo. Il Bologna domina la partita, schiaccia l’Udinese, ma alla fine si ritrova tra le mani un punticino. Italiano non sa perché non l’ha vinta, Runjaic non sa perché non l’ha persa. C’è un dato che fotografa benissimo l’assurdo: 22 tiri a 3 per i rossoblù. Dentro questa fragorosa statistica, pesano tanto i guantoni caldi di Maduka Okoye e il sangue non abbastanza freddo di Dan Ndoye: il portiere friulano para anche le zanzare, l’esterno svizzero - pur tra i migliori - si divora nel primo tempo due gol giganteschi, uno dei quali su assist di tacco di Orsolini. Già, per fortuna che c’è capitan Orso: sempre pericoloso e sempre glaciale dal dischetto, quando al 12’ della ripresa sblocca finalmente la gara, ma soprattutto l’urlo che i ventiseimila presenti trattenevano in gola da un’ora. Gioia che dura dieci minuti: Skorupski stende Payero, per poi farsi perdonare ipnotizzando Thauvin sempre su rigore (brava l’arbitro Ferrieri Caputi). E’ quello, al ventiduesimo della ripresa, il primo tiro dell’Udinese e resterà anche l’ultimo. L’imperscrutabile pari, infatti, arriva dall’angolo che ne consegue: Giannetti salta in testa a un appisolato Posch e fa uno a uno. Italiano si gioca il primo doppio cambio, con Aebischer e Cambiaghi che danno una bella scossa. Entrano poi anche Miranda e Dallinga, quest’ultimo al posto di un Castro tanta garra e poco arrosto. Odgaard al novantesimo è l’ultimo tentativo disperato per invertire la classica partita stregata: e infatti non basta.

Peccato, perché il primo Bologna ufficiale di Italiano è stato davvero un bel Bologna. Sicuro, convincente, padrone del campo (settantantadue percento di possesso palla al fischio finale), spregiudicato davanti, ma affidabilissimo dietro, con i rossoblù bravissimi a coprisi dalle potenziali ripartenze bianconere.

Il Bologna non rischia praticamente nulla per tutta la gara, crea tantissimo: eppur non si muove, il risultato. Peccato perché la vittoria al debutto sarebbe stata sacrosanta. Ci si può, però, consolare con le tante certezze che la prima di ieri restituisce anche in ottica della trasferta di domenica prossima a Napoli, con un ’Maradona’ che si preannuncia caldissimo dopo il rovinoso 0-3 incassato da Conte a Verona. Niente paura, però. Soprattutto se Freuler e compagni sapranno replicare la prestazione di grande spessore vista ieri, a conferma di una squadra maturata moltissimo, capace di dare continuità al grande lavoro fatto con Thiago Motta. E qui i meriti tornano ancora a Italiano, bravo nell’ereditare con grande umiltà una squadra, senza l’ostinata presunzione di snaturarla solo per marcare il territorio. No, Italiano ha deciso di aggiungere senza togliere e ieri si sono visti i primi risultati positivi di questo processo evolutivo. Lo ha capito anche il Dall’Ara che, al fischio finale, nonostante la delusione di una festa guastata, ha applaudito a lungo il Bologna. E lui, Italiano, è andato sotto la curva per ringraziare. Un bellissimo gesto, per nulla scontato: Thiago, per dire, in due anni non ci era mai andato.

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