Bologna, ritiro d’amore. La carica dei tifosi per la Champions: "Noi abbiamo fiducia"

L’entusiasmo del centinaio di supporter che sono già arrivati a Valles "Impossibile mancare, quest’anno. Dallinga e Castro segneranno molto".

23 luglio 2024
Bologna, ritiro d’amore. La carica dei tifosi per la Champions: "Noi abbiamo fiducia"

Bologna, ritiro d’amore. La carica dei tifosi per la Champions: "Noi abbiamo fiducia"

dall’inviato

Gianmarco Marchini

VALLES (Bolzano)

Ogni due telefoni che squillano fuori dall’hotel Abis Dolomites, uno ha l’inno della Champions come suoneria. Non ci si stanca mai di ascoltarlo. Un centinaio di tifosi attende l’arrivo del pullman del Bologna per il primo giorno di un ritiro magico, diverso da tutti gli altri. Dai 1.343 metri di Valles, l’Europa sembra quasi di poterla abbracciare.

"Dopo una stagione come l’ultima, era obbligatorio venire quassù", dicono in coro Roberto e Sandra, marito e moglie, uniti nella gioia e nel dolore rossoblù. C’erano anche l’anno scorso e, visto com’è finita, hanno risposto puntuali all’appuntamento con il destino. È il primo ritiro assoluto, invece, per Isabella, mentre la mamma Stefania non ne manca uno dal 2000. "Ho visto tutte le partite della scorsa stagione ed è scoccato l’amore, tanto da spingermi fino a qui", dice la ragazza. Love is in the air, sì, ma nell’aria c’è anche un retrogusto di tradimento: quello di Thiago. "Era una favola, lui ci ha tolto il lieto fine: dopo il suo addio, ho pianto due giorni". La mamma le fa eco: "Io ho vissuto dieci giorni di lutto, ma davvero, eh".

Sentimenti simili per Matteo arrivato da Imola con il figlio Romeo di 10 anni. "Motta mi ha deluso: aveva tutto il tempo per fare la sua carriera, non capisco questa fretta". Intanto Romeo dallo zainetto tira fuori un quadernone ad anelli: dentro, ogni pagina è dedicata a un giocatore rossoblù, con tanto di figurina e chiaramente ampio spazio che spera di poter riempire con un autografo. Non avrà quello del suo idolo, però: Calafiori. "A certe cifre, in Premier, è difficile dire di no", spiega papà Matteo e la sua riflessione accomuna un po’ tutti qui in Val Pusteria. L’addio del difensore e quello di Zirkzee non hanno intaccato l’entusiasmo generale. Nessun dramma, nessuna paura. "Ho grande fiducia nei dirigenti – spiega Mirco Montebugnoli, presidente dell’associazione ’Futuro Rossoblù’ –. E poi sono sicuro che Castro e Dallinga con il gioco di Italiano si stancheranno di fare gol". Mirco indossa, fiero, la nuova seconda divisa del Bologna e con il dito indica la manica destra: c’è la patch della Champions. La guardi e realizzi che è tutto vero. Con lui i due figli: Filippo ha la maglia di Karlsson, Francesco quella di Ndoye. Perché il Bologna è soprattutto un affare di famiglia.

Lo si coglie forte quando alle 18,24 il pullman inforca il vialetto che porta all’hotel. Esplode l’entusiasmo, contenuto a mala pena dalle transenne che per la prima volta si palesano in un ritiro rossoblù. "Eh, ma dovrete farci l’abitudine con la classifica che avete fatto", risponde sorridendo uno della security alle simpatiche proteste di un tifoso. Intanto scendono, uno a uno, tutti i protagonisti. Il primo è Karlsson che forse ha una gran fretta di recuperare il tempo perduto. Orsolini, De Silvestri e Castro i più acclamati per distacco. Vincenzo Italiano scende tra gli ultimi e viene travolto da un’ondata di calore. "Benvenuto, mister!", gli gridano in coro. Lui risponde con un grande sorriso che tradisce anche un po’ di imbarazzo per tutto quell’affetto incondizionato. Quando sembra essersi tutto esaurito in pochi minuti, ecco De Silvestri e Castro che si regalano alla folla per selfie e autografi in un varco strappato alle transenne. L’argentino è già l’idolo di tutti, con quella facciotta simpatica che spunta tra tutti quei tatuaggi. Sotto l’orecchio sinistro ha impressa una rosa: ora speriamo che fiorisca.

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