Cambiaghi con una fame da Orso: "Voglio lasciare il segno a Bologna"

Il nuovo attaccante si presenta: "Spero di rifare il percorso di Riccardo. Lavoro duro per la Champions"

di MASSIMO VITALI -
19 luglio 2024
Cambiaghi con una fame da Orso: "Voglio lasciare il segno a Bologna"

Cambiaghi con una fame da Orso: "Voglio lasciare il segno a Bologna"

Non capita tutti i giorni di trovare un ragazzo di ventiquattro anni che, arrivando in una piazza nuova, ha l’umiltà di ammettere che il suo obiettivo è quello di replicare il percorso, in rossoblù e in azzurro, di un compagno di squadra che ha solo tre anni più di lui e che, fino a prova contraria, fino a ieri non era mai stato il modello di nessuno. Il ragazzo in questione è Nicolò Cambiaghi: il compagno a cui si ispira è invece Riccardo Orsolini. Gonfierà il petto d’orgoglio l’Orso dopo le belle parole spese ieri dal neo rossoblù, presentato a Casteldebole dal diesse Marco Di Vaio. "Rifare il percorso di Orsolini per me sarebbe un onore – ha detto Cambiaghi –. Riccardo è uno degli esterni che segnano di più, fa tanti gol ed è arrivato alla nazionale. Anche per me la nazionale maggiore è un sogno e spero di diventare un giorno il giocatore che è oggi Orsolini per il Bologna".

Bravo Nico, che in pochi giorni a Casteldebole si è già fatto voler bene da tutti. Vabbè, in precampionato è tutto miele: miele e sudore, nel caso di Italiano. "Le cose che più mi hanno colpito in questi primi giorni? – dice l’ex promessa dell’Atalanta –. L’intensità altissima degli allenamenti, un dettaglio che fa capire molto del calcio che ha in testa il mister. E poi la fame di Castro, la voglia che ci mette nel fare le cose. Non mi ha sorpreso invece Urbanski, perché già lo avevo visto giocare in Primavera". E qui si apre un altro capitolo gustoso: quello di un ragazzo, Cambiaghi, così innamorato del pallone che già lo studia manco fosse un piccolo Sartori. "Nel tempo libero guardo tante partite e di tutte le categorie. Mi piace vedere una bella partita e mi piace vedere giocare i miei amici con le loro squadre. Sì, seguo molto il calcio". Sartori prenda nota ove mai, un giorno, decida di passare il testimone di scopritore di talenti. Del resto Vimercate, dove è nato Cambiaghi, dista solo cinquanta chilometri da Lodi, che è la patria del Cobra. E’ l’operosa Brianza, fatta di gente tosta che ha costruito fortune col sudore della propria fronte. Quando hai in testa l’obiettivo di crescere ogni passaggio ha un valore.

"I due anni di Empoli mi hanno fatto crescere tanto – dice Cambiaghi –. Lottare per salvarsi in serie A non è mai semplice, impari sulla tua pelle che ogni pallone può essere decisivo e questo ti fa crescere. Certo la Champions è tutta un’altra cosa: è il sogno di ogni bambino e io sto lavorando duro per farmi trovare pronto". Sotto l’ala di Sartori, che lo marca stretto da una vita, sarà più facile. "Negli anni all’Atalanta il direttore ha sempre avuto un occhio per me e adesso finalmente potrò lavorare con lui in prima squadra (a Bergamo Gasperini non lo ha mai fatto debuttare, ndr)". Modello Orso allora. "Lo abbiamo preso ipotizzando un percorso simile", ammette anche Di Vaio. Parola al campo.

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