De Silvestri rianima il Bologna. Rossoblù ingabbiati dal Genoa. Il guizzo di Lollo al 95’ vale il pari
Come a Udine la squadra parte male e va sotto con un gol di Gudmundsson su cui Ravaglia è incerto. Prima del pari del difensore, il portiere ospite Martinez si esalta su Calafiori e poi anche Zirzkee. .
Non poteva una caduta cancellare l’enorme scalata fatta fin qui. Così, al novantacinquesimo, con le unghie di De Silvestri il Bologna si aggrappa al pari contro il Genoa e, dopo lo scivolone con l’Udinese, riprende ad arrampicarsi verso un sogno. Questo passo verso l’alto che oggi può sembrare piccolo, domani potrebbe risultare preziosissimo nell’economia di una corsa all’Europa fitta di squadre e aperta a qualunque gerarchia. I conti alla fine, grazie. Intanto questo uno a uno è un punto di cuore e d’orgoglio perché rivendica tutto il buon costruito fin qui dai ragazzi di Thiago, che certo un passo falsissimo come quello della Dacia Arena non poteva vanificare di colpo.
Chiaro che ci si aspettasse un risultato diverso, così come diverso dalle aspettative è l’undici che Motta presenta. Complice forse anche il quarto di finale con la Fiorentina che incombe, Thiago sorprende: Moro ancora preferito ad Aebischer, dentro Orsolini a spese però di Saelemaekers, con Urbanski titolare per la terza di fila, ma soprattutto fuori Skorupski, per un’altra grande chance a Ravaglia. Scelte che, però, non pagano, con il piccolo funambolo polacco che si incarta e il portierino made in Casteldebole colpevole sul vantaggio genoano. E’ il 20’ quando Gudmundsson dal vertice destro dell’area di rigore calcia una punizione che aggira senza fatica la barriera e trafigge il portiere nella foresta di teste e gambe. Uno a zero e gara tutta dannatamente in salita.
Squadra ruvida e dolce al tempo stesso, il Grifone, che incaglia Zirkzee e compagni in un 3-5-2 fatto di densità in mezzo al campo e di reparti strettissimi, con la classe di Gudmundsson e Malinovskyi ad armare le ripartenze. E dire che i genoani arrivavano decimati all’appuntamento, con l’influenza che ha messo ko cinque giocatori e, alla vigilia, anche un collaboratore del Gila, costretto addirittura al ricovero dopo un malore nel tragitto in pullman. In campo, però, il cuore del Grifone è enorme, con un Dragusin che spiega perché Tottenham e Napoli se lo stiano contendendo a suon di milioni, e un Vogliacco che gioca con una personalità alla Mihajlovic proprio nello stadio dove il suocero ha fatto la storia.
Così, nelle sabbie mobili apparecchiate dal Genoa, il pallone non gira e il Bologna soffre. Cambia nella ripresa con la verve di Saelemaekers (suo l’assist). Ma l’emblema della serata è la faccia arrabbiata di Zirkzee, promosso a capitano e seguito da vicino da Geoffrey Moncada, direttore sportivo di un Milan innamorato dell’olandesino volante. Joshua, però, resta a terra, trovando Martinez a dirgli di no. Giganteggia il portiere genoano, che, prima d’arrendersi a De Silvestri, si era superato in avvio di gara su Orsolini e nel finale su Calafiori. Al 97’ la traversa di Gudmundsson su punizione a dare ancora più valore a un pareggio che rianima il Bologna dopo Udine e lo proietta verso Firenze dove Thiago ritroverà l’imprescindibile Ferguson, ieri a riposo per squalifica. Stesso riposo forzato toccherà domenica 14 a Zirkzee, che diffidato è stato ammonito per un fallo di frustrazione e salterà Cagliari. Ma piano, prima c’è la Coppa Italia: un sogno alla volta.
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