Dopo l’azzurro ora Orso rivuole anche il rossoblù

Il finale con l’Ucraina carica il n.7 per tornare titolare contro il Verona.

di MARCELLO GIORDANO -
14 settembre 2023
Dopo l’azzurro ora Orso rivuole anche il rossoblù

Dopo l’azzurro ora Orso rivuole anche il rossoblù

Non è da piccoli particolari che si giudica un calciatore. Specie non da un rigore sbagliato. La sorte ha restituito qualcosa a Riccardo Orsolini: chiamato in nazionale da Roberto Mancini e autore di due gol e due assist contro Armenia ed Estonia nelle prime due uscite in maglia azzurra, il numero 7 rossoblù era poi uscito dai radar della nazionale. Scelta dettata da un lungo periodo di discontinuità di Rosolini, tra il novembre 2020 e l’inizio del 2023. Con Motta, Orsolini ha fatto segnare la sua stagione da record, ma nessuna chiamata. Almeno fino all’arrivo di Spalletti. Perché Mancini si era dimenticato di lui anche dopo le 11 reti dell’ultima stagione, suo record personale in serie A, al termine di una stagione che lo aveva visto terzo miglior marcatore italiano del campionato.

Nonostante un’estate complicata dall’infortunio all’inguine e un inizio di stagione contraddistinto dall’errore dal dischetto con il Cagliari, è arrivata la chiamata in corso d’opera da parte del nuovo ct, per sostituire l’infortunato Politano. Di più: è arrivato anche il ritorno in campo con la maglia dell’Italia, a San Siro contro l’Ucraina, e la dimostrazione di fiducia del nuovo ct, che ha inserito il numero 7 in corso d’opera, a 18 minuti dal novamentesimo, nel momento di maggior sofferenza della nostra nazionale in un match cruciale per la qualificazione agli Europei, poi portato in porto per 2-1. Tutto è bene quel che finisce bene: per l’Italia e per Riccardo Orsolini. Bella iniezione di fiducia per l’esterno offensivo rossoblù, che ieri è rientrato a Casteldebole e si messo al lavoro, entrando nel secondo tempo dell’amichevole con l’Arezzo: chiaro segnale di come, dopo essersi ripreso l’Italia, intenda riprendersi il Bologna e fronteggiare la concorrenza determinata dagli arrivi estivi di Karlsson, Ndoye e Saelemaekers. La concorrenza, nel recente passato, è stato uno dei fattori sofferti dal numero 7: all’epoca, tra l’estate del 2019 e il gennaio 2022, si chiamava Skov Olsen e il dualismo non giovò a nessuno dei due. All’epoca però Orsolini aveva tra i 22 e i 25 anni. Ora è fresco di rinnovo, è il giocatore più pagato dalla rosa con un ingaggio da 1,8 milioni di euro che si portano dietro un nuovo carico di attese e responsabilità che Thiago Motta ha evidenziato nelle recenti conferenze stampa. Insomma Orsolini è chiamato ad alzare il tiro, a partire da lunedì contro l’Hellas, la seconda squadra a cui ha segnato di più (3 reti), dopo Sampdoria e Sassuolo (4). Dopo aver convinto Spalletti ed essersi ripreso la nazionale, Orsolini è chiamato a riprendersi il Bologna e a convincere Thiago.

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