Il club ha speso 12 milioni per il giocatore e non possono essere sprecati. Anche contro il Frosinone è stata scelta un’altra opzione. Riecco il Monza: il girone da fantasma di Karlsson

Forse non è mai sbocciato davvero l’idillio fra lo svedese e il mister fra infortuni e scelte diverse in campo

di MASSIMO VITALI -
11 aprile 2024
Riecco il Monza: il girone da fantasma di Karlsson

Riecco il Monza: il girone da fantasma di Karlsson

Quando al 59’ di quel Monza-Bologna Motta tolse Karlsson per mettere Saelemaekers nessuno, e tantomeno il diretto interessato, poteva immaginare che quella sarebbe stata l’ultima maglia da titolare di Karlsson in campionato. Dopo quel 28 settembre per Jesper è arrivato il diluvio: cinque panchina di fila, due mesi in infermeria per guarire da una distorsione al ginocchio, altre cinque panchine, il contentino di 11 minuti nel finale della sfida col Verona, un nuovo infortunio (distorsione alla caviglia) e le ultime due esclusioni con Salernitana e Frosinone. Per farla breve: da Monza a Monza quello di Karlsson è stato un girone infernale, 198 giorni punteggiati quasi solo di delusioni, eccezion fatta, in aggiunta a quell’appendice della gara di campionato col Verona del 23 febbraio, per la maglia da titolare, in Coppa Italia di nuovo con l’Hellas, la notte del 31 ottobre al Dall’Ara. Morale: il Verona porta bene a Karlsson ma lo stesso non si può dire di Motta, che fin qui, tra infortuni del diretto interessato e scelte di formazione, non ha mai sfruttato il potenziale dell’acquisto più costoso del mercato estivo. Del resto non tutte le ciambelle escono con il buco e a un allenatore che, in tema di ciambelle, da quando è arrivato a Casteldebole ha prodotto solo pasticceria d’alta scuola (vedi la moltiplicazione di valore di Ferguson, Calafiori, Zirkzee e compagnia cantante) si possono solo fare i complimenti. Sabato sera arriva il Monza e la contemporanea indisponibilità di Odgaard (infortunato) e Saelemaekers (squalificato) in teoria offre a Karlsson una possibilità più concreta di impiego.

Solo in teoria però, dopo che a Frosinone quando c’è stato da togliere Saelemaekers all’intervallo Motta ha scelto ancora una volta Urbanski. Con buona pace dell’ex Az Alkmaar, che nelle gerarchie deve già inseguire Orsolini e Ndoye.

Perché Karlsson non gioca? Perché non canta nel coro e non recita lo spartito di Thiago e perché certi idilli, anche nel calcio, a volte non sbocciano.

Restano quei 12 milioni spesi dal club in estate. Con o senza Motta, non possono essere gettati alle ortiche.

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