Il commento. Il flop di Thiago vittoria postuma di un club forte

Vitali Un anno fa, proprio in questi giorni, Thiago Motta era l’allenatore felice di un Bologna in missione che sbancando Empoli...

di MASSIMO
24 marzo 2025
Bologna, Italy, September 2019 - Aerial view of Renato Dall'Ara Stadium

Bologna, Italy, September 2019 - Aerial view of Renato Dall'Ara Stadium

VitaliUn anno fa, proprio in questi giorni, Thiago Motta era l’allenatore felice di un Bologna in missione che sbancando Empoli volava, sospinto dall’entusiasmo di una città intera, verso il sogno, fattosi poi realtà, della qualificazione alla Champions. Chissà se avrà avuto modo di pensarci ieri lo Stranino, immerso nei pensieri cupi di un esonero recapitatogli con la freddezza di un comunicato partorito all’ora del tè. Forse nei prossimi giorni, assorbito un po’ il colpo, gli capiterà di ripensare anche alla Bologna vestita a festa del 22 maggio, a piazza Maggiore invasa da un popolo ebbro di gioia, alle bandiere rossoblù esposte ai balconi e a tutta quell’onda di felicità a cui decise di voltare le spalle, sedotto dal fascino, quasi sempre irresistibile, della Signora (vedi Maifredi nel 1990-91: ma almeno lui fu sollevato dall’incarico a fine stagione).

Si potrebbe osservare: Motta è stato scaricato in malo modo dalla Juve, come lui un anno fa aveva scaricato in malo modo il Bologna. E invece no. A Torino lo hanno condannato i risultati e il rapporto andato in frantumi con lo spogliatoio e dunque la scelta di esonerarlo appare più che legittima, mentre qui lo scorso maggio di legittimo ci fu ben poco, a cominciare dalla sua decisione di tenere per sé fino all’ultimo un gran rifiuto che covava da mesi. Il popolo rossoblù che oggi celebra con un’esplosione di giubilo il funerale sportivo di Thiago esprime la rabbia dell’amante ferito, ma non può, e non deve, dimenticare il capolavoro sportivo che Motta ha fatto nelle sue due stagioni a Casteldebole. Consoliamoci toccando con mano che mentre il sogno bianconero di Thiago è andato in briciole in appena nove mesi il sogno rossoblù non si è mai fermato e oggi corre verso nuove speranze di gloria.

In fondo la parabola mesta di Motta e i successi di Italiano insegnano che un club forte, capace di scegliere dei calciatori di qualità e di farli crescere in un ambiente sano e ambizioso, vale almeno quanto un bravo allenatore. Forse, in questo caso, perfino di più.

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