Il portiere ha messo i suoi guanti sul sesto ’clean sheet’ in campionato: "Bello giocare con Lucumi e Beukema, ma il merito è di tutti». Ravaglia: "Gli avversari adesso ci temono»
C’è un bolognese in porta nel Bologna che a Torino vince ancora e per la seconda partita (terza, se si...
C’è un bolognese in porta nel Bologna che a Torino vince ancora e per la seconda partita (terza, se si considera anche il Benfica) non subisce gol: era accaduto domenica scorsa con la Fiorentina, ed è capitato ieri contro i granata, spuntati, ma sempre pronti all’agguato sotto porta. Da Skorupski a Ravaglia, cambiano gli interpreti ma il risultato è sempre lo stesso, bello, tondo, soddisfacente ai massimi, per Italiano, da tutti tacciato in estate di proporre un calcio fin troppo offensivo, per i giocatori e per i tifosi. Numeri alla mano, al ‘Comunale Grande Torino’, i rossoblù hanno accumulato il sesto "clean sheet" del campionato.
"E’ stata una partita di ordinaria amministrazione per me, ho solo dato una mano alla squadra per garantire più sicurezza". Parla così a fine gara Ravaglia, tornato a difendere i pali del Bologna dopo i 90 minuti trascorsi indenni nel successo in Coppa Italia contro il Monza di inizio mese, e riscattando il tris subito con la Lazio a fine novembre. Pochi interventi, ma sicuri: così, assieme al muro eretto dal binomio Lucumi-Beukema, la squadra non ha mai corso rischi. "Sono una garanzia, è bello giocare con loro – commenta, esaltando i due centrali e tutto l’undici rossoblù –. Ma non mi limito solo a loro, perché è merito di tutti se questo gruppo ha solidità: da noi l’attaccante è il primo difensore. Ma al di là delle prestazioni, questa squadra ha una forte mentalità – prosegue -, perché pur cambiando interpreti, l’identità resta, ed è questo il segreto, nonché sintomo che siamo un grande gruppo. Adesso anche i nostri avversari hanno cambiato il modo di approcciarci, preparano le partite in maniera differente rispetto a prima: lo status del Bologna è cambiato negli ultimi due anni".
Tra le tante pedine di fiducia di Italiano, Ravaglia ha un posto riservato: con lui o con Skorupski il mister va sempre sul sicuro. "Mi dà spazio e continuità, e io cerco di ripagarle attraverso prestazioni e impegno quotidiano. Se ha bisogno, sono pronto: deve essere sempre il mio obbiettivo. Sapevamo che avremmo avuto tanti impegni ravvicinati e che sarebbe servito anche il mio contributo, e così è stato. Ora passiamo un bel Natale, poi ripartiremo".
Giovanni Poggi
Continua a leggere tutte le notizie di sport su