Italiano, al Diavolo tutti i rumors. A Casteldebole ambizioni e solidità

Il Milan sul tecnico è l’ultima di una serie di voci che lievitano da quando il Bologna vola. Ma la realtà è diversa

di MARCELLO GIORDANO
4 aprile 2025
Vincenzo Italiano, 47 anni: il tecnico del Bologna piace a tante squadre

Vincenzo Italiano, 47 anni: il tecnico del Bologna piace a tante squadre

Ignorare il Bologna è ormai impossibile. Anche chi a inizio stagione pensava che la passata stagione fosse una favola irripetibile si è dovuto ricredere. I rossoblù sono di nuovo lì, al quarto posto, in piena corsa per la Champions e l’Europa. Anzi meglio: con un piede in finale di Coppa Italia. Se il campionato fino a ottobre pareva sostenere la tesi di un progetto, la rimonta in campionato e il percorso di Coppa raccontano che la squadra di Italiano cresce.

E con lei i rumors al passo dei rumors. Tutti li vogliono e tutti li cercano, i rossoblù: fa parte del gioco ma un gioco non è, non più, il Bologna è la realtà emergente del calcio italiano. A proposito: Italiano. Nelle ultimi giorni è stato accostato a Milan, Roma e Napoli, nelle ipotesi del mosaico allenatori. Sarebbe bene non dimenticare, però, che a differenza di quanto accaduto con Motta, andato via a scadenza, Italiano ha un contratto. Di più, il tecnico ha parlato chiaro di recente, dicendo che c’è la sua massima disponibilità a parlare di prolungamento del contratto in scadenza a giugno 2026 (con annesso ritocco) e che il clima che ha trovato da queste parti è cosa rara. Poi c’è ambizione, una squadra forte, una dirigenza che lo supporta. C’è soprattutto tanto in ballo e non è il momento di parlarne. Lo spogliatoio ha fatto un patto con la dirigenza a inizio febbraio: orecchie tappate e bocche cucite fino a fine stagione. Perché ci si gioca Champions, Coppa Italia e la possibile qualificazione alla SuperCoppa: il pacchetto all inclusive potrebbe portare 60-70 milioni, cifra che consentirebbe di programmare per continuare la scalata con annessi ritocchi.

Ma l’Europa League ne porterebbe circa una decina o qualcosa di più, la Conference la metà. Insomma, dal finale passa tanto. Il finale di stagione inizia con il Napoli e guarda caso proprio dalla piazza partenopea in settimana sono uscite nuove voci di contatti con gli entourage di Beukema, Lucumi, Ndoye e Italiano, in caso di addio di Conte. Ma Ndoye è rumoreggiato in Premier, come Beukema (sponda Liverpool). Orsolini bussa alla porta della nazionale e il Milan, che già lo aveva cercato a gennaio, alla sua. E a quella di Dominguez, mentre Inter e Napoli pensano a Castro, come l’Atletico, che marca pure Lucumi. C’è chi li dà già per venduti, a prezzi inferiori a quelli di mercato, come se il Bologna fosse un supermercato.

Era accaduto già un anno fa con Calafiori e Zirkzee, piazzati alle italiane per 20-30 milioni e poi ceduti a 42 e 50 alle inglesi. Si parla del Bologna a livello nazionale, finalmente, quello che a livello nazionale non passa del Bologna è la compattezza dell’ambiente. Ovvero un Orso che dice che la maglia del Bologna è l’unica cosa che conta, di un Italiano che ha il Bologna in testa, come tutto lo spogliatoio, che del futuro parlerà alla fine. La conferma è arrivata ieri a Stile Tv dall’agente di Lucumi Rondanini: "Jhon è pronto per il grande salto, ha avuto e ha interessamenti. A fine stagione valuteremo se rinnovare col Bologna o meno". Ovvio, dovessero arrivare le big sarà difficile trattenerli tutti. Ma la storia del Bologna racconta come il club non sia propenso a rivoluzioni. Ora Bologna è bottega carissima e con i soldi della Champions e la possibilità di ritocchi non è poi così certo che vogliano lasciarla.

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