Italiano-Conte, il ’derby’ di De Laurentiis. La grande sfida tra i vulcanici della panchina

Domenica a Napoli un incrocio del destino: nelle ultime due estati il patron azzurro ha corteggiato l’attuale allenatore del Bologna

di MASSIMO VITALI -
23 agosto 2024
Italiano-Conte, il ’derby’ di De Laurentiis. La grande sfida tra i vulcanici della panchina

Domenica a Napoli un incrocio del destino: nelle ultime due estati il patron azzurro ha corteggiato l’attuale allenatore del Bologna

Oggi a Castel Volturno torna a parlare Antonio Conte e i sismografi del Vesuvio dopo il patatrac, con annesso sfogo del tecnico, del Bentegodi sono pronti a registrare nuove, metaforiche scosse. Vincenzo Italiano invece a Casteldebole parlerà domani. Non è vulcanico allo stesso grado di Conte, che notoriamente distribuisce scosse e scossoni indifferentemente a club e calciatori: ma al pari del suo collega pugliese da buon siciliano ha il sangue che gli ribolle nelle vene ed è abituato, come Conte, a prendere il pallone a capocciate, ovviamente metaforiche pure quelle.

Si vede che ad Aurelio De Laurentiis piacciono così: tecnicamente preparati, appassionati, sanguigni e viscerali. Allenatori che a bordocampo fai fatica a immaginare col completo nero e il cravattino come il Thiago Motta che lunedì allo Stadium ha inaugurato la sua avventura alla Juve. Eppure anche Conte, ai tempi di Torino, giacca e cravatta, per diktat societario, non le lasciava mai nell’armadietto. A proposito di Thiago: c’erano sia lui che Italiano, un’estate fa, nel chilometrico casting del numero uno del Napoli per il dopo Spalletti. A rivelarlo è stato, qualche mese fa, lo stesso De Laurentiis: "A un certo punto non ho voluto fare un torto alla Fiorentina e non ho preso Italiano, che era pronto a venire. L’ho fatto per non comportarmi in maniera banditesca".

Certe infatuazioni però non finiscono: fanno dei giri immensi e poi ritornano. E così la scorsa primavera, quando la stagione del Napoli da tempo era già stata certificata come fallimentare, la candidatura di Italiano sulla panchina azzurra è tornata a prendere forza. Lo ha fatto fino ai primi di giugno, quando però, perso Motta, il Bologna ha sterzato decisamente su Italiano e il Napoli, che non aveva mai smesso di corteggiare lui e Gasperini, in dirittura d’arrivo ha strappato il sì di Conte. Incroci.

Come gli unici due precedenti in panchina tra i due, risalenti alla stagione 2020-21, quando Italiano guidava il neo promosso Spezia e Conte era sulla panchina dell’Inter: al Meazza vittoria per 2-1 dei nerazzurri all’andata, al Picco invece al ritorno finì 1-1. Domenica sarà il terzo faccia a faccia tra due che la faccia ce la mettono sempre: specie dopo le sconfitte. "E’ una vergogna, il mio cuore sanguina", ha urlato Conte nel ventre del Bentegodi dopo i tre ceffoni presi dal Verona. Italiano invece ha tenuto la rabbia chiusa sottochiave ma non c’è dubbio che gli errori sotto porta dei suoi calciatori con l’Udinese, che hanno negato al Bologna una vittoria sacrosanta, gli abbiano fatto un po’ rivedere i fantasmi della sterilità dell’attacco della Fiorentina, squadra che notoriamente non finalizzava per quanto costruiva.

Altro giro, altra storia, altra rabbia da trasformare in energia positiva. Chi ci riuscirà meglio tra Antonio e Vincenzo lo scopriremo solo domenica notte dopo il triplice fischio. A vulcani spenti.

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