Italiano e il tabù Empoli. "Qui non ho mai vinto. Non possiamo pensare di girare sempre a mille»
L’analisi del tecnico: "Sul campo ci sono anche gli avversari e sono stati bravi. Ci hanno aggredito impedendoci di ragione. Pagato lo sforzo di Champions. Nel finale ho sperato di passare con qualche palla sporca. Ma va bene così".

Vincenzo Italiano, 47 anni: serata molto nervosa, la sua di ieri al Castellani (Schicchi)
Vincenzo Italiano piace anche perché è una persona leale: riconosce i limiti della propria squadra e rende i giusti meriti agli avversari. "Non si può pensare di giocare sempre tenendo i ritmi altissimi – dice il tecnico rossoblù –. E non si può pensare di venire su un campo difficile come questo e dettare legge. Lo dico io che in carriera a Empoli non ho mai vinto...".
Non è deluso il pilota di un Bologna che solo mercoledì aveva asfaltato gli ultimi finalisti della Champions League. Tre giorni dopo, al Castellani, tutto un altro Bologna. "Ci sono anche gli avversari – aggiunge – e l’Empoli oggi è stato bravo a venirci addosso e a sporcarci tutti i palloni. Siamo stati bravi a fare l’1-1 prima dell’intervallo, perché per esperienza so che partite come queste, affrontate tre giorni dopo un grande sforzo, se non le rimetti subito a posto possono incanalarsi su binari pericolosi".
Dopodiché, "nella ripresa non abbiamo alzato i ritmi, ma almeno abbiamo alzato il baricentro – continua la disamina –. Nel finale speravo che su qualche palla sporca avremmo anche potuto portarla a casa, com’è successo al Bologna su questo campo lo scorso campionato (l’1-0 dello scorso 15 marzo firmato dal gol nei minuti di recupero di Fabbian, ndr). Ndoye ha avuto sui piedi un pallone che se anziché scaricarlo lo avesse indirizzato in porta forse sarebbe finita diversamente. Non siamo stati il solito Bologna, ma va bene anche così".
Decisamente non si può pensare di essere ruggenti e dominanti come avrebbe suggerito il confronto dei due cammini di Bologna e Empoli. Ma la parola chiave, in casa Bologna, è proprio cammino. "Il nostro è stato e continua ad essere un tour de force incredibile – rimarca Italiano –. Tre giorni fa col Dortmund abbiamo speso tantissimo. Adesso torniamo a Boogna e abbiamo due giorni per preparare la trasferta di Champions con lo Sporting. E non finisce lì".
Chissà che non sia un messaggio di mercato, lui che di mercato parla sempre malvolentieri: diventare più completi per non pagare le flessioni di intensità agonistica. Resta un pari, osserva il tecnico, "che ci consente di muovere la classifica". Dice il saggio (che nella circostanza è lui): "Quando non riesci a vincere è importante restare dentro la partita fino alla fine e portare a casa un punto".
Poi è giusto analizzare le cose che non hanno funzionato: "Tra Holm e Lykogiannis abbiamo fatto poche sovrapposizioni sulle fasce. Anche Ndoye e Dominguez non sono stati brillantissimi. E non mi sono piaciuti nemmeno i due centravanti, che avrebbero dovuto attaccare maggiormente la profondità". Pollice verso anche per La Penna, fiscalissimo censore delle rimesse laterali rossoblù: "Sopra la nuca, dietro la testa... io penso che a questi livelli cambia poco come batti il fallo. La Penna è un grande arbitro, ma nella circostanza ha un po’ esagerato a invertire tutte quelle rimesse".
Come insegna il Bologna di Empoli, nessuno è perfetto.
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