Italiano, una carica che sposta le montagne. Intensità, corsa e attacco per partire al top
I primi due allenamenti di Valles un pieno di atletica e concetti. E scuote le punte: "O il portiere è un fenomeno, o avete dormito male"
dall’inviato
A un certo punto, ieri, durante il primo allenamento del Bologna, la montagna di fronte al centro sportivo di Valles deve aver tremato: temeva che Vincenzo Italiano potesse spostarla. Scherzi a parte, ma nemmeno troppo. leri il nuovo allenatore ha spremuto i rossoblù con una doppia seduta di allenamenti tutta votata all’intensità: atletica, sì, ma anche tattica, perché ltaliano vuole far assorbire in fretta alla squadra la sua ideologia di calcio. Il tempo scorre veloce, l’orizzonte della stagione prende sempre più consistenza, e allora non c’è spazio per tirare il fiato.
"Oh, ragazzi: o il portiere è un fenomeno, o abbiamo dormito male stanotte", urla il tecnico durante il primo esercizio col pallone che apre la mattinata sul campo centrale, sotto gli occhi del diesse Di Vaio e di 600 tifosi. E’ un undici contro zero, in pratica un allenamento per affinare in libertà la fase offensiva. Eppure, Castro, Odgaard, Orso e gli altri attaccanti a turno buttano il pallone spesso fuori, ben oltre la tolleranza di Italiano. Pecccati di fine luglio, direbbe qualcuno, non per un tecnico che cura ogni singolo dettaglio in maniera quasi maniacale. Guardare il terreno di gioco per capire: ci sono tratteggiate cinque linee verticali che attraversano tutto il campo, per dividerlo in cinque porzioni. Il calcio come la geometria: una questione scientifica, non un tanto al chilo.
"Più ritmo, dai", grida. Riprende Lykogiannis per un movimento sbagliato: "Lyko sei da quattordici anni in Italia", come a dire che dovrebbe ormai capire la lingua. Intensità, profondità, verticalità: è il dizionario di Italiano. I rossoblù carburano e rispondono agli stimoli: nell’allenamento del pomeriggio (che Holm abbandona a metà per un problema), una partitella a campo ridotto evidenzia i primi frutti di quindici giorni di lavoro. Girano gli ingranaggi, piovono i gol: ne segnano tre Castro e Karlsson, con quest’ultimo che, più di tutti, pare respirare a pieni polmoni l’aria nuova dentro il Bologna. Del resto, il calcio di Italiano, che pure condivide tanti punti con quello di Thiago, si discosta nettamente nelle richieste agli esterni: Motta voleva grande sacrificio nell’interpretare entrambe le fasi; l’ex tecnico viola, invece, concepisce le ali come armi puramente offensive che, come tali, devono pensare alla porta avversaria. A livello atletico, però, anche Italiano spinge forte: al mattino, a fine seduta, i rossoblù crollano a terra, giusto il tempo di mettersi in cerchio. Al centro, Italiano ripassa la sua lezione. Si agita, sbraccia, scandisce i concetti. Del resto, la Champions è una cosa seria.
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